il Punto Coldiretti

Copa Cogeca, riduzione dei fitofarmaci in commercio mette a rischio colture

Le linee guida che la Commissione Ue propone per la valutazione dei rischi dei prodotti fitosanitari, in attuazione  del reg. CE 1107/2009,  possono causare nel breve periodo, una ulteriore riduzione delle sostanze attive per la difesa delle produzioni  agricole proprio, mentre aumenta il numero di organismi nocivi che invadono i paesi dell’Unione a causa degli scambi internazionali, colpendo soprattutto le colture ortofrutticole dell’area mediterranea. E’ quanto emerso dal gruppo di lavoro fitosanitari del Copa Cogeca riunitosi a Bruxelles.

L’allarme è stato lanciato dalle Organizzazioni agricole dei diversi Stati membri presenti all’incontro con il responsabile della Dg Sanco della Commissione Ue per la difesa delle piante. L’Ecpa, l’Associazione europea di rappresentanza delle case produttrici di fitofarmaci,  ha invitato tutte le organizzazioni a rispondere alla consultazione pubblica indetta dalla Commissione stessa sulla definizione dei criteri per l’identificazione degli interferenti endocrini (endocrines disruptors) in alcune sostanze attive ed a scambiarsi dati ed informazioni in modo da poter inoltrare osservazioni convergenti. La Commisssione ha deciso di avviare la consultazione pubblica in quanto si sta rendendo conto dell’enorme impatto che avrebbe sulla filiera agroalimentare la fuoriuscita delle molecole che sono sospettate di avere effetti sul sistema endocrino.

In merito alle sostanze candidate alla sostituzione, si registra un ritardo  nelle pubblicazione dell’elenco ufficiale delle molecole, dovuto al fatto che, anche in questo caso, la Commissione Ue è divenuta consapevole del fatto che rischia di uscire fuori mercato un numero di sostanze attive che può variare da 80 a 200 con conseguenze preoccupanti per l’agricoltura europea. L’Ecpa sta avviando uno studio per quantificare l’impatto che avrebbe l’eventuale esclusione di alcune sostanze attive  tra cui gli azoli,  sulle singole colture agricole di alcuni stati membri tra cui l’Italia. 

In merito, Coldiretti ha presentato un documento con numerosi dati tratti da studi condotti in Italia sugli effetti economici che la  perdita degli azoli avrebbe  sulla coltura del grano, tenero e duro e su alcune importanti colture ortofrutticole con conseguente aumento delle importazioni che, soprattutto, nel caso del grano duro mette a serio rischio la filiera della pasta come tradizionale prodotto made in Italy, salvo rappresentare sempre la scrupolosa attuazione del principio di precauzione, valutando la presenza di eventuali effettivi rischi per la salute umana.

Lo studio che Ecpa sta realizzando considera l’impatto della fuoriuscita delle sostanze attive dal mercato,  non solo in termini economici, ma anche evidenziando gli effetti sull’occupazione e sull’ambiente. E’ stato condivisa, quindi,  la proposta  di Coldiretti di verificare, quindi,  presso le istituzioni sanitarie dei singoli Stati membri, l’esistenza di dati che confermino o meno l’impatto che gli azoli possono avere sul sistema endocrino, al fine di poter avere un confronto con l’Efsa, basato su argomentazioni scientifiche e non solo economiche a difesa delle molecole. Coldiretti ha evidenziato, infatti, che la difesa di tali sostanze attive è possibile solo se si ha la verosimile certezza che non hanno un impatto negativo sulla salute umana.

Il Copa Cogeca ha evidenziato, inoltre, che l’Efsa intende emanare delle linee guida per tutelare le piante infestanti che sono di nutrimento per gli insetti impollinatori. Il Copa ha evidenziato che la necessità di debellare le malerbe per difendere la sopravvivenza delle colture, contrasta con l’obiettivo di tutelarne alcune specie. Secondo il Copa, la proposta dell’Efsa sembra del tutto priva di coerenza sul piano agronomico, mentre Coldiretti ha evidenziato che tale contraddizione potrebbe venir meno se, nell’ambito delle misure agroambientali dei Piani di Sviluppo Rurale, si concedessero specifici aiuti all’imprenditore agricolo, per realizzare a bordo campo delle fasce vegetate con specie di interesse per gli insetti impollinatori (v. ad es. il progetto Operation Pollinator).

Inoltre, é stato annunciato che la Commissione Ue intende modificare, nel 2015, l’art. 43 del reg. CE 1107/2009 che disciplina le registrazioni dei fitofarmaci. Si é concordato che occorre seguire con molta attenzione la proposta di modifica perché questa è la norma che garantisce la disponibilità dei fitofarmaci sul mercato.

Altro aspetto importante, è l’intenzione del Copa Cogeca di avviare un rapporto di collaborazione con Ibma, l’associazione alla quale aderiscono le case produttrici di fitosanitari per la lotta biologica. Visto che dal 1° gennaio 2014, la difesa integrata è diventata obbligatoria, si ritiene opportuno coinvolgere anche tale organizzazione. E’ stato evidenziato, in proposito, che sussiste un problema tra difesa integrata e protocollo di Nagoya, in quanto tale accordo limita notevolmente la diffusione dei predatori naturali. Occorre, pertanto, approfondire questo aspetto con Ibma.

La Francia ha sollevato, poi,  un problema in quanto il  Governo sta per vietare i trattamenti fitosanitari durante i periodi di fioritura delle colture e ciò, per esempio per il mais, é particolarmente penalizzante ed ha espresso preoccupazione per l’eventuale gap concorrenziale che subirebbero le loro imprese agricole. Ha chiesto, pertanto, se anche negli altri paesi sono adottate simili limitazioni al fine di non  subire un gap concorrenziale. Coldiretti ha fatto presente che in Italia queste limitazioni sono già previste dalle Regioni e che quando  non si rispetta tale regola, sono previste pesanti sanzioni. Gli altri Stati non hanno divieti particolari, quindi,  dal confronto, è emerso che l’Italia è il paese  più attento alla tutela della salute delle api.

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