il Punto Coldiretti

Efsa, il glifosato degli erbicidi non è cancerogeno

Sembra impossibile che due massimi organi deputati alla valutazione del rischio per la salute possano divergere così profondamente sullo stesso prodotto. Eppure è accaduto. Efsa ha appena concluso una valutazione scientifica in cui riconosce che il glifosato non è cancerogeno o genotossico, alle dosi di uso come erbicida. Una presa di posizione opposta rispetto al parere dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) secondo cui la sostanza sarebbe “probabilmente cancerogena”. E che, dopo la clamorosa gaffe sulla carne rossa, dimostra come lo Iarc rilasci pareri non sempre “centrati”.

Partendo da uno studio del BfR tedesco, ente preposto alla valutazione della sicurezza alimentare in Germania nonché relatore sul rapporto Iarc, Efsa aveva riconosciuto la validità del riesame teutonico, giudicando inconclusiva l’opinione dell’Istituto. All’origine della divergenza il fatto che il parere dello iarc fosse fondato su soli 3 studi contro… i 300 considerati dal BfR e da Efsa. E questo dovrebbe spiegare le conclusioni differenti raggiunte.

Il fatto è che lo Iarc a differenza di Efsa effettua solo l’identificazione del rischio, ovvero non la sua caratterizzazione. Detto in modo più immediato: riconosce se alcuni agenti possono virtualmente risultare cancerogeni, senza preoccuparsi della dose-né della reale esposizione dei cittadini o consumatori. Un modo di comunicare che non fa bene alla consapevolezza dei cittadini o alla chiarezza dell’informazione, soprattutto scientifica, come evidenziato anche dal caso della carne.

Efsa chiarisce anche che l’opinione emessa verrà usata dalla Commissione europea per decidere nei prossimi mesi se il glifosato vada mantenuto nelle sostanze attive approvate entro i fitosanitari. La sostanza è autorizzata in Europa fino a giugno 2016, e verrà analizzata anche dall’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (Echa), il cui rapporto non sarà però pubblicato prima del 2017.

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