il Punto Coldiretti

Il Tar boccia l’ordinanza di abbattimento delle nutrie

Il Tar di Brescia con la sentenza 8 marzo 2017, n. 338, ha ritenuto fondato il ricorso presentato da alcune associazioni animaliste che hanno impugnato le ordinanze con le quali il Sindaco del Comune di Isola Dovarese ha confermato “l’emergenza nutrie” e ordinato l’abbattimento delle stesse in tutto il territorio comunale.

Tra le motivazioni della scelta del Tribunale amministrativo, il fatto che i provvedimenti impugnati, assunti per fare fronte al sovraffollamento delle nutrie (mediante abbattimento con armi da fuoco ovvero cattura e soppressione di un numero imprecisato delle stesse) non risulterebbero motivati in ordine ai presupposti di necessità ed urgenza.

La sentenza del Tar pone un altro tassello rispetto ad un problema che non si vuole risolvere. Secondo un’analisi di Coldiretti Lombardia sui dati dell’ultima ricerca del dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Pavia sulla presenza di questo roditore nelle aree di pianura di sette province lombarde (Bergamo, Milano, Lodi, Pavia, Cremona, Brescia e Mantova), risulta esserci una nutria ogni dieci persone, con il record negativo di Lodi e Mantova dove si scende a un esemplare di ‘simil ratto’ ogni due abitanti o poco più, mentre a Cremona il rapporto è di uno a tre e a Pavia di uno a cinque.

Se dieci anni fa le nutrie potevano essere considerate un elemento esotico, quasi folcloristico, delle nostre campagne  la loro proliferazione incontrollata le porta a spingersi anche nelle periferie delle città, oltre a devastare le sponde dei canali ed i campi. Secondo l’università di Pavia bisognerebbe riuscire a eliminare più di un milione e 400mila esemplari per risolvere il problema.

Solo in Lombardia le stime più ottimistiche parlano di oltre 700mila esemplari (22mila a Bergamo, 43mila a Milano, 104mila a Lodi, 110mila a Pavia, 120mila a Cremona, 139mila a Brescia e 168mila a Mantova). Si tratta di una vera e propria emergenza alla quale bisogna rispondere con un piano nazionale di contenimento e con una collaborazione a livello interregionale considerato che si tratta di animali che si sono diffusi in prevalenza nelle umide pianure del nord Italia.

A questo punto, per eccesso di burocrazia, per scarso interesse del Ministero dell’Ambiente e della Conferenza Stato Regioni le imprese agricole continuano a subire danni mentre i sindaci che cercano di assumere provvedimenti in autonomia, come nel caso della sentenza in oggetto,  sono lasciati soli senza alcun supporto da parte delle istituzioni. Secondo Coldiretti senza una legge nazionale organica sui danni da fauna selvatica non è possibile fronteggiare adeguatamente il problema non solo delle nutrie, ma di tutte le specie invasive che provocano danni all’agricoltura.

 

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