il Punto Coldiretti

Lotta alla cimice asiatica, ok all’uso del thiacloprid su melo e pesco

Il Ministero della Salute  ha autorizzato in via definitiva l’uso del thiacloprid, già autorizzato su pero e ciliego, anche su melo, pesco e nettarine per combattere Halyomorpha halis, la cimice asiatica che sta devastando i frutteti italiani. La presenza della Halyomorpha Halys sta diventando una vera e propria emergenza fitosanitaria, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici come evidenzia un recente studio,  in particolare, per pero, melo e pesco.

Halyomorpha halys (Heteroptera, Pentatomidae), è stata rilevata per la prima volta, in Italia, in provincia di Modena, a settembre 2012, grazie ad una raccolta di insetti a scopo didattico  e nel 2014 un’ indagine ha dimostrato la sua presenza nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Friuli e Veneto, ma il rischio è che si espanda anche in altre Regioni. Per questo motivo è fondamentale essere tempestivi nell’individuazione dei nuovi focolai d’infestazione.

Nativa dell’Asia orientale, questa cimice è nella lista d’allerta dell’ European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO), data l’estrema polifagia e l’elevatissimo potenziale invasivo come agente di danno di moltissime piante da frutto, ortive ed ornamentali. Questa cimice si nutre, infatti, di una vasta gamma di vegetali comprendente piante spontanee e coltivate, in particolare tutte le piante da frutto, vite, quasi tutti gli ortaggi, leguminose, cereali (mais, frumento) ma anche numerose piante ornamentali.

La cimice asiatica è un organismo esotico nuovo che, in ambiente italiano, non ha limitatori naturali. Le popolazioni tendono, quindi, a crescere in modo esponenziale, non trovando ostacoli. Dal 2013, per affrontare i problemi emergenti causati da H. halys in Emilia Romagna, sono stati istituiti progetti coordinati dall’Università di Modena-Reggio Emilia, dai Consorzi Fitosanitari di Modena e di Reggio Emilia e dal Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna. Da queste indagini e dalle osservazioni di tecnici e agricoltori, a partire dal 2014, la potenzialità distruttiva dell’insetto è emersa con grande evidenza. Numerose sono state le segnalazioni di danni consistenti riportati presso aziende frutticole soprattutto nella provincia di Modena.

Secondo i dati diffusi dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (Crea), nel solo 2016, anche a causa del clima particolarmente mite, il comparto ortofrutticolo nazionale delle principali regioni del Nord Italia, a causa di Halyomorpha halys, ha registrato gravi perdite, in particolare per quanto riguarda la coltivazione di mele, pere e pesche, che vanno oltre il 40% tra l’altro in areali fortemente vocati a tali produzioni. I danni causati da tale insetto determinando una notevole percentuale di frutti deformi (in alcuni casi superiore al 50%) con conseguente deprezzamento o non commerciabilità.

I monitoraggi condotti sulla presenza dell’insetto sui frutti ha permesso di evidenziare come la percentuale di frutti con danni attribuibili all’attività trofica di eterotteri sia più elevata nei bordi del frutteto, rilevando un danno medio del 59,6% sul bordo e del 26,4% al centro del campo .  I danni provocati dalle punture della cimice sono stati evidenti e in alcuni casi, per alcune varietà di pero (William, Santa Maria), hanno superato il 50% della produzione senza risparmiare, d’altronde, le varietà più tardive (Abate Fetel),
Sulle pere le punture dell’insetto compiute sui frutti in accrescimento determinano la comparsa di piccole infossature, con corrispondente suberificazione e imbrunimento dei tessuti sottostanti, paragonabili alle manifestazioni di litiasi provocate dalle punture di miridi e dalla litiasi infettiva causata da virus.Per quanto concerne il pesco, le punture compiute sui frutti delle cultivar di pesche e di nettarine, nella fase del frutto noce, causano lesioni che portano alla comparsa di cicatrici con ampie infossature e forti malformazioni, come accade per quelli punti da Nezara viridula. Sui frutti delle cultivar di nettarine che si trovano in una più avanzata fase dello sviluppo causano malformazioni e depigmentazioni.

Molto gravi sono, anche, i danni riscontrati alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno sui frutti del melo in via di maturazione o prossimi alla raccolta, quando l’insetto ha raggiunto la massima densità. I frutti di melo punti nella fase del frutto noce o durante la fase di rapido accrescimento presentano, alla raccolta, infossature in corrispondenza delle punture. Sui frutti già sviluppati causano deformazioni e alterazioni di colore, mentre in corrispondenza delle punture i tessuti sottostanti appaiono bruni e suberificati, molto simili a quelli causati dalla butteratura amara e da Alternaria alternata. Sulle mele, in corrispondenza delle punture più fresche, si notano piccole incrostazioni di colore bianco derivanti dalla solidificazione dei succhi vegetali e del secreto salivare fuoriusciti dalle lesioni compiute dagli stiletti boccali dell’insetto.

Gli attacchi hanno interessato anche il kaki sebbene, in questo caso, per il momento, si registrino danni di minore gravità, ma potrebbero interessare, a breve, anche alcune colture ortive, peperone e pomodoro in primis. I danni prodotti da Halyomorpha halys hanno un impatto economico molto negativo su comparti in cui il nostro Paese ha un ruolo di primo piano anche per quanto concerne l’export.

Per quanto riguarda il controllo di Halyomorpha halys, nonostante diversi Istituti ed Enti di ricerca di ricerca si siano già attivati per cercare una soluzione a tale emergenza, con sperimentazioni di laboratorio e di campo, i risultati arriveranno solo nel medio-lungo periodo. Risulta, però, chiaro, dalla letteratura scientifica come gli interventi insetticidi mantengano un’importanza centrale nella lotta alla H. halys.

Gli studi finora condotti sono stati effettuati sulla base di sperimentazioni condotte in ambiente controllato e in pieno campo. Si è verificata l’efficacia dei principali insetticidi disponibili, valutando alcune strategie di difesa. Dalle prime indagini emerge come la gestione della problematica non sia affatto semplice. Nei confronti degli adulti di H.halys molti prodotti hanno una attività insufficiente e all’interno degli stessi gruppi chimici, le risposte sono comunque molto diverse. Contro le forme giovanili i riscontri sono migliori.

Alcuni insetticidi già registrati per altre colture sono in grado di ottenere la mortalità di oltre il 90% delle cimici, ma non sono registrati per tale parassita. In ogni caso, le sperimentazioni condotte evidenziano che si rende necessario integrare le strategie ed avere a disposizione più mezzi di difesa sia di sintesi chimica che di lotta biologica, altrimenti è, di fatto, impossibile contenere efficacemente l’insetto.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi