il Punto Coldiretti

Maltempo, danni nei campi per 300 milioni

E’ salito a 300 milioni il conto dei danni causati nelle campagne italiane dall’ondata di maltempo e gelo, tra interi raccolti di ortaggi invernali perduti e danni alle piante da frutta come agrumi e viti crollate sotto il peso della neve ma anche strage di centinaia di animali e perdite commerciali dovute alle difficoltà di consegna del latte e degli altri prodotti che si sono salvati dal gelo.

Gli effetti del freddo si fanno sentire con un crollo della produzione del latte che si concentra soprattutto al nord dove si teme anche per il congelamento degli impianti di mungitura e di abbeveraggio mentre nel Mezzogiorno si cominciano a fare i conti di una vera strage che ha portato solo in provincia di Taranto alla morte in azienda di 270 animali, di cui 115 pecore, 65 bovini, 40 vitelli e 50 agnelli e i numeri sono purtroppo destinati a salire.

Nei supermercati sono praticamente dimezzate le consegne di ortaggi invernali sugli scaffali per effetto del maltempo che ha falcidiato i raccolti delle regioni del centro sud dalle quali provengono, in questa stagione, la maggioranza delle produzioni presenti sul mercato. Dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga ai cavoli, dai finocchi ai carciofi, dalle zucchine fino alle rape sono disponibili in quantità ridotte sugli scaffali di negozi e supermercati mentre alcune referenze specializzate, come il carciofo spinoso sardo a denominazione di origine sono addirittura introvabili. Inevitabili i rifessi alla vendita in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi mediamente triplicano dal campo alla tavola secondo l’analisi della Coldiretti. E gli effetti rischiano di protrarsi nel tempo per i danni strutturali causati alle piante da frutto a causa del peso della neve. 

Mentre il Centro sud è stato seppellito dalla neve, non piove e non nevica da mesi in certe aree del Nord dove è allarme incendi e siccità poiché in media sono più che dimezzate le precipitazioni a gennaio (-63,5%) dopo che nell’intero mese di dicembre il taglio era stato addirittura del 78,5%. La situazione è drammatica in Liguria dove nel mese di gennaio è caduta il 79,4% di acqua in meno che ha provocato un ambiente siccitoso che unito al forte vento favorisce la rapida la propagazione degli incendi e rende più difficile l’azione di spegnimento dei roghi.

Le fiamme minacciano le produzioni locali ed in pericolo ci sono coltivazioni e serre con ortaggi ed il pregiato basilico ligure. Ma a gennaio tra Como e Lecco sono andati a fuoco 200 ettari di pascoli e boschi con aziende agricole assediate dalle fiamme le quali hanno avuto una rapida diffusione a causa della siccità e del vento secco. Altri 60 ettari sono stati bruciati in Val Camonica, nel Bresciano, cui si sommano gli incendi che hanno colpito l’alto Garda già dal primo gennaio.

Ma oltre agli incendi, a minacciare le coltivazioni nel Nord è anche la siccità, unita all’anomala mancanza della neve. In Veneto – spiega la Coldiretti – l’assenza di precipitazioni mette in pericolo le cinque varietà di radicchio a marchio Igp, dal variegato di Castelfranco, anche nella variante del bianco “Fior di Maserà”, al Treviso precoce e tardivo, dal Chioggia al rosso di Verona, oltre agli altri ortaggi invernali, dai cavolfiori alle verze, fino ai broccoli. Ma le piogge si sono quasi azzerate anche in Piemonte, Val d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, con le conseguenti difficoltà per le produzioni locali.

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