il Punto Coldiretti

Moncalvo: “Sul Ttip garantire trasparenza e qualità”

L’accordo commerciale con gli Stati Uniti è una opportunità per la nostra agricoltura? O lo è più per l’agroindustria?
Devo iniziare con una ulteriore battuta o provocazione: quando parliamo di TTIP parliamo di un negoziato di cui nessuno o quasi sa nulla – si sa molto di piu` del negoziato con l’Iran sul nucleare o di quello dell’Europa con Putin sulla Crimea – e che a detta di alcuni autorevoli esponenti dell’industria italiana e` bene che rimanga al ‘riparo’ da indiscrezioni giornalistiche e rumori dell’opinione pubblica. e voglio sottolineare che questa assenza di ‘trasparenza’ – che comincia a suscitare perplessità e proteste in molti paesi europei – finisce per delegittimare le stesse istituzioni europee, per togliere loro impatto ed efficacia. Il TTIP puo” costituire una grande opportunita` per il mondo agroalimentare italiano nel suo complesso…..purche` si lavori sulla parola ‘libero scambio’ (libero da? o libero di…? ) fissando alcuni punti fermi.

In base al mandato Ue sembra che non ci sia il rischio che il TTIP possa rappresentare la porta di ingresso degli ogm in Europa né il rischio di un abbassamento degli standard qualitativi dei prodotti agroalimentari commercializzati nell’Ue. Che ne pensa?
Questa e` la risposta che alla sua prima uscita pubblica da noi a Cernobbio ci ha dato il nuovo commissario Europeo all’Agricoltura Phil Hogan e noi non abbiamo ragione di dubitarne. Al tempo stesso proprio perche` ci rendiamo ben conto che intorno al cibo e ai suoi mercati, si giochera` nei prossimi anni una delle piu` importanti partite del pianeta restiamo molto vigili poichè dalla qualità e dalla distintività dipende la competitività dell’agricoltura italiana.

Quale sarà la moneta di scambio usata dall’UE per aprire il mercato Usa alle nostre produzioni? Non è pensabile una trattativa dove sia solo una delle controparti a guadagnarci.
Sarebbe un inaccettabile autogol per l’Europa cedere ‘in casa’ sulla qualita` per aprire una ipotetica strada all’estero. Al contrario bisogna guardare alle domande che vengono dal mercato sia in Europa che in Usa ed innalzare gli standard di sicurezza dei prodotti perche` se e` vero che per i nostri consumatori e` inaccettabile la carne trattata agli ormoni, il pollo varechinato, piuttosto che la carne clonata e` altrettanto vero che anche negli Usa cresce solo la domanda di prodotti Made in Italy legati al territorio con forte natura identitaria e garantiti dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale.

Pensa sarà possibile una tutela a 360 gradi dei prodotti dop in terra statunitense? Conterà di più la capacità di Bruxelles di proteggere le nostre produzioni o quella del sistema agroalimentare di competere sul mercato con le regole di quel mercato?
La tutela nessuno te la regala: comincia con la nostra coerenza, con la nostra capacita` di proporci ai grandi traders, con la nostra capacita`di fare cultura dell’alimentazione all’estero. Tutto naturalmente in una cornice di regole certe e non opache. E qui nasce una preoccupazione…perche` l’accordo firmato con il Canada dalla Ue, a noi sembra contenere elementi di ‘ribasso’: nell’intesa viene di fatto mantenuta e ratificata una situazione di ambiguità che non consente ai consumatori di distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dall’imitazione di bassa qualità.

                                                                                                                                                                    Intervista a L’informatore Agrario

 

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