il Punto Coldiretti

Perche’ gli Stati Uniti possono produrre mozzarella, champagne o chablis?

Il settimanale francese Le Monde fa il punto della situazione sulle problematiche legate al Ttip e alla tutela delle denominazioni di origine europee.

I negoziati sulla bozza di accordo di libero scambio transatlantico tra l’Europa e gli Stati Uniti (Tafta-TTIP) non stanno facendo passi avanti, secondo i documenti di cui Le Monde e’ in possesso. Tra i temi su cui gli europei si battono, c’e’ la questione della tutela dei prodotti locali del vecchio continente perche’ non si debbano trovare noci di Grenoble … prodotte in California o parmigiano contenente un derivato del legno in Pennsylvania . I casi di contenzioso tra l’ Unione europea e – letteralmente – il resto del mondo per l’uso improprio delle denominazioni abbondano, in particolare sull’alimentare. In assenza di accordi bilaterali – come e’ avvenuto tra l’UE e gli Stati Uniti per diciassette denominazioni di vini, nel 2005, accordo in base al quale gli Stati Uniti si sono impegnati a "limite il nuovo uso" di nomi come bordeaux , champagne o Chablis – gli industriali di tutto il mondo possono fare praticamente quello che vogliono con le denominazioni di origine (DOP) europee. Recentissimamente, l’Europa ha concordato con il Canada la protezione delle sue denominazioni. L’accordo commerciale, firmato il 26 set 2014 e che dovrebbe essere ratificato nel 2016, prevede la difesa di 173 denominazioni (tra cui 42 DOP francesi) del VECCHIO CONTINENTE sulle circa 1510 registrate dalla Commissione europea. Per alcuni nomi compresi nella lista, come feta greca o Nürnberger Bratwürste (salsicce di Norimberga, in Germania ), il Canada si impegna a rispettare una chiara etichettatura per distinguere i propri prodotti da quelli importati dall’Europa. In Europa, il principio di una specialita’ collegata a un’area geografica – a un territorio – risale alla seconda meta’ del XIX secolo ed all’intensificazione degli scambi internazionali. Nel resto del mondo, nomi come "champagne" o "mozzarella" sono invece considerati "semi-generici" e designano una categoria di prodotti. In Europa, il piu’ delle volte, e’ l’Unione che e’ responsabile di recensire e proteggere le DOP, e lo Stato in Francia per le AOC. In Francia, il Codice della proprieta’ industriale (articolo L711-4) e’ chiaro sulla questione: il nome del prodotto "non puo’ essere adottato come marchio […] se esiste un rischio di confusione con una denominazione d’ origine protetta ". Naturalmente, questo articolo e’ valido solo in Francia e in Europa, con un regolamento simile (510 del 20 marzo 2006 ), ma non in altre parti del mondo . Negli Stati Uniti, quindi, non c’e’ nessun riconoscimento delle DOP ne’ una qualsivoglia tutela dei territori europei, anche se i coltivatori di patate dell’Idaho o i pescatori di aragosta del Maine in linea di principio potrebbero essere interessati. No, negli Stati Uniti, solo un marchio di fabbrica di una societa’ o di un privato puo’ essere riconosciuto e protetto. Cosi’, il prosciutto di Parma, benche’ protetto in Europa, in Nord America puo’ essere venduto solo con il nome di "prosciutto originale" perche’ "prosciutto di Parma" e’ un marchio depositato da una societa’ canadese …. In assenza di un accordo formale, l’unica soluzione che resta a cooperative, sindacati o consorzi, e’ il lobbying. Ad esempio, il Comitato Interprofessionale del vino Champagne, creato nel 1941, e’ responsabile della difesa, dello sviluppo della sua notorieta’ e della lotta contro il "furto legalizzato" di questa bevanda. Il comitato spiega ad esempio di aver lavorato perche’ i brasiliani produttori di vino nello stato di Rio Grande do Sul cessassero di apporre il nome di "champagne" sulle loro bottiglie di bianco frizzante. Allo stesso modo, in Ucraina o Moldavia , con la rimozione delle parole "Шампанское" ("champagne" in russo) da milioni di bottiglie di vino bianco. In Russia, l’uso del nome in latino e’ cessata, ma non di quello in cirillico. Negli Stati Uniti, dove "champagne" e’ sinonimo di vino bianco frizzante, le autorita’ sostengono che questa dicitura e’ ormai di pubblico dominio. Li’, la lotta e’ ancora piu’ difficile, dato che le aziende statunitensi non hanno nessuna esitazione ad esportare i vini etichettati con il nome del prestigioso bianco frizzante. Sola vittoria europea, per il momento, e’ il fatto che essendo questa denominazione protetta nel Vecchio Continente, questi surrogati non possono superare i confini dell’Unione. Nelle trattative con gli Stati Uniti sull’accordo di libero scambio con l’Europa (Tafta/TTIP), la questione della DOP e’ trattata come nell’accordo con il Canada: si cerca di definire una lista di circa 150 DOP che sarebbero riconosciuto e protette dal partner americano. [Pierre Breteau e William Audureau, quotidiano – a cura di agrapress]

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