Peste suina africana, l’Ue valuta le misure di controllo
Dopo la conferma dei casi di peste suina africana in Lituania e Polonia che, per il momento riguarderebbero solo i cinghiali selvatici e nessun suino domestico, la Commissione europea ha richiesto con urgenza all’Efsa la valutazione dell’efficacia delle misure di controllo per ridurre la diffusione del virus. Il parere dell’Authority è atteso entro questa settimana. Descritta per la prima volta nel 1921 in Kenya, la peste suina africana è una malattia virale innocua per l’uomo, ma per maiali e cinghiali selvatici può essere letale. Al momento non esiste cura né vaccino. E’ causata da un virus a Dna, genere Asfavirus, appartenente alla famiglia degli Asfaviridae. Sia i maiali che i cinghiali possono infettarsi sia per contatto diretto, sia attraverso vettori meccanici (insetti, animali, operatori del settore, utensili e indumenti che sono venuti in contatto con il virus). Nelle scorse settimane è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’ Unione europea la nuova decisione relativa alle misure dirette a impedire l’introduzione nell’Unione del virus della peste suina africana da taluni paesi terzi o dalle parti del territorio dei paesi terzi in cui la presenza di tale malattia è confermata. Sono state rafforzate le misure di prevenzione stabilite dalla decisione di esecuzione 2013/426/UE sulla base dei risultati delle verifiche dell’UAV; limitato l’obbligo di pulire e disinfettare veicoli soltanto a quelli che trasportano animali vivi e non più anche i mangimi; introdotto nuove misure di biosicurezza per la disinfezione di veicoli che possono costituire un rischio. Inoltre, visto che la situazione nella regione interessata dovrebbe evolversi nei prossimi mesi, ha limitato l’applicazione della decisione al 31 dicembre 2015. |