il Punto Coldiretti

Vino, burocrazia dimezzata col sì definitivo al Testo Unico

Con l’approvazione definitiva del Testo Unico sul vino si taglia del 50% il tempo dedicato alla burocrazia, con 100 giornate di lavoro che oggi ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore. Ad affermarlo è la Coldiretti in occasione del via libera definitivo del Parlamento alla legge sulla semplificazioni del settore, a distanza di oltre due anni dall’avvio dei lavori parlamentari.

Dal vigneto alla bottiglia l’attuale normativa rendeva necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti che frenano il dinamismo imprenditoriale dei produttori italiani di vino che ha raggiunto un fatturato record di quasi 10 miliardi soprattutto grazie all’export che è stato di 5,4 miliardi nel 2015 e risulta in ulteriore aumento del 3% nei primi otto mesi del 2016.

Il Testo Unico porta finalmente alla semplificazione delle comunicazioni e adempimenti a carico dei produttori, revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine ed indicazione geografica con un contenimento dei costi, alla revisione del sistema sanzionatorio, l’introduzione di sistemi di tracciabilità anche peri i vini a IGT e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero.

“Un risultato di una lunga mobilitazione per liberare le energie del settore più dinamico del Made in Italy agroalimentare che ne rappresenta peraltro la principale voce dell’esportazione” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che con la semplificazione si sostiene la competitività di un settore che in Italia offre opportunità di lavoro ad 1,3 milioni di persone.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le misure principali contenute nel provvedimento.
Inserite innanzitutto due importanti semplificazioni: la prima per i produttori con produzioni fino a 50hl, per quanto riguarda gli obblighi di tenuta dei registri di cantina cha amplia la portata del Decreto Legge “Campolibero”. La seconda interesserà tutti i produttori rendendo più agevole l’avvio del processo di dematerializzazione dei registri di cantina, il cui obbligo parte dal 1° gennaio 2017, semplificando le modalità per usufruire di una tempistica più adeguata.

E’ stata recepito inoltre il principio di semplificazione, fortemente sostenuto da Coldiretti e già presente nella proposta di Legge Oliverio, che impernia nel SIAN la gestione di tutti gli adempimenti, costituendo lo strumento informatico unico, semplificato e coordinato nella gestione degli adempimenti.  La previsione di quello che possiamo a tutti gli effetti definire “sportello unico degli adempimenti” per i produttori rafforza il processo già avviato con la dematerializzazione e massimizza il processo di semplificazione con vantaggi immediati in termini di riduzione di tempi e costi per i produttori e per tutti gli altri soggetti coinvolti anche pubblici.

Il sistema di certificazione e controllo dei vini a Do/Ig viene modificato al fine di perseguire maggiore efficacia ed efficienza. Viene introdotta l’analisi dei rischi e semplificazioni in tema di analisi chimico – fisiche e organolettiche, riducendo i costi ed evitando la duplicazione delle analisi. E’ stato riformulato il principio dell’“unica struttura di controllo” per azienda, aprendo definitivamente la strada alla coesistenza di più organismi di certificazione nella singola denominazione che interscambiano i dati mediante le funzionalità del SIAN.

Recepita anche la proposta fortemente voluta da Coldiretti di rendere pubblici sul sito internet dell’Agenzia delle dogane i dati sulle importazioni di vino e dei prodotti vitivinicoli specificando tipologie di prodotto, imprese e quantità. Inoltre è prevista la possibilità per il consumatore di accedere ai dati dell’imbottigliatore (nome, indirizzo) quando non è espressamente indicato in chiaro ma come spesso avviene con un codice sostitutivo.

Il testo mantiene poi la formulazione di vitigno autoctono italiano individuando una definizione e il legame con le produzioni a Do/Ig. E’ particolarmente importante anche per sostenere la battaglia che l’Italia sta portando avanti a Bruxelles per la tutela delle varietà di uva da vino che fanno parte del nome delle nostre denominazioni di origine.

Inserito un nuovo articolo relativo alla salvaguardia dei vigneti eroici e storici, mentre in tema di schedario vitivinicolo viene introdotto un importante principio che limiterà gli effetti negativi del periodico “refresh” assicurando la certezza dei dati in esso inseriti specie ai fini del calcolo delle rese massime per le produzioni a Do/Ig.

Reintrodotte semplificazioni a favore degli stabilimenti produttivi con capacità inferiori a 100 hl per quanto riguarda le planimetrie di cantina. Confermata la possibilità di destinare i superi di produzione di un vino Doc anche ad altri vini a Doc compatibili. La nuova formulazione sarà particolarmente utile nella zona del Prosecco e consentirà la destinazione dei superi di Colli Euganei Serprino, ma anche per la futura doc del Pinot Grigio delle Venezie.

Si chiarisce che per i vini a DO o IG, etichettati con due o più varietà, le varietà possono essere menzionate solo se presenti in percentuale non inferiore al 15%. La previsione costituisce una importante regola per la corretta informazione dei consumatori, per non fare utilizzare nomi di vitigni pregiati, particolarmente attrattivi, non effettivamente presenti in quantità adeguata (come si è verificato in questo ultimo periodo per Pinot Grigio e Vermentino).

Per quanto riguarda i contrassegni di stato per i vini viene aperta la possibilità che gli stessi siano stampati anche da tipografie autorizzate oltre che dal Poligrafico dello Stato. Viene confermata la possibilità per i vini a Igt e Doc che non impiegano il contrassegno di utilizzare altri sistemi di tracciabilità alternativi (codice alfanumerico, QR code ecc).

In tema di sanzioni, infine, sono state diffusamente recepite le proposte di Coldiretti per differenziare le multe in relazione alla reale gravità e pericolosità sociale delle violazioni anche operando sulle soglie di tolleranza.

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