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Giornata del Ringraziamento: il suolo, un patrimonio da salvare

Non si arresta in Italia il consumo di suolo. Aumentano le superfici agricole a destinazione urbanistica e non diminuisce il livello di cementificazione del territorio italiano con gravi trasformazioni del paesaggio e del suo patrimonio naturale, un’erosione progressiva di  suolo che riguarda spesso terreni agricoli fertili e incide negativamente sullo sviluppo sostenibile, portando al deterioramento del  territorio ad alto valore ambientale.

La Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro, della giustizia e della pace, nell’anno internazionale del suolo promosso dalla Nazioni Unite, ha voluto proporre, con il suo tradizionale messaggio per la 65a Giornata del Ringraziamento nazionale, una riflessione sulla salvaguardia di questa preziosa risorsa ambientale e importante segmento della catena alimentare, perché, anche per il futuro, sia preservato il suo potenziale naturale e produttivo. 

Il suolo fornisce servizi ambientali fondamentali, mette a disposizione il suo patrimonio naturale,  rifornisce le materie prime, regola la qualità dell’acqua, dispone l’habitat delle specie e conserva la biodiversità. Per queste ragioni il suolo non può essere unicamente un bene di consumo. Allo stesso tempo il suolo è una risorsa fragile, e spesso viene privato delle sue funzioni distintive perché sottoposto a gravi processi degradativi, e a comportamenti produttivi inquinanti e speculativi del mercato, guasti che poi si riversano  sull’alimentazione.

E’ urgente mantenere la ruralità del suolo perché ha una forza vitale incredibile: accoglie il territorio, il paesaggio, le campagne, i borghi, i paesi della nostra stupenda Italia, e ci aiuta a comprendere meglio cosa significa essere vivi su questa terra meravigliosa e drammatica.

Rispettare il suolo e il sottosuolo è capire meglio noi stessi perché  la nostra vita  è influenzata dalla luce, dall’aria, dall’acqua, dalle piante. Siamo radicati sulla terra. Sulla terra imbastiamo la nostra storia personale, famigliare e sociale.  Difendere il suolo, è tutelare le sue funzioni, il patrimonio agricolo e i suoi prodotti. Il suolo è un bene di tutti, un bene sociale, economico, ambientale, un bene comune come l’aria e l’acqua, e va salvaguardato proprio perché il nostro futuro è gravato da numerose ipoteche.

Il suolo è quel piccolo, fragile e umile strato di superficie terrestre da sempre protetto, curato, migliorato e coltivato dagli agricoltori e dagli allevatori di tutti i tempi. Erano consapevoli che andavano rispettati i suoi micro organismi, spesso nascosti, appartenenti al suo mondo vivente. Il suolo va “nutrito”, e non impoverito perché possa continuare a nutrirci. Ciò sarà possibile se viene sostenuto un modello di agricoltura attenta a non sfruttare il suolo ma a renderlo sempre “vivo” e capace di accogliere i nuovi semi anno dopo anno. Da qui l’importanza di una zootecnia diffusa, com’era ed in parte è ancora quella italiana (oggi sempre più a rischio per le logiche perverse dei prezzi), che garantisce una disponibilità di sostanza organica a beneficio della fertilità presente e futura dei suoli.

Il suolo agricolo è lo scrigno di tanti valori che hanno accompagnato generazioni di comunità a coniugare i luoghi del vivere con quelli del produrre. La salvaguardia del suolo non è riconducibile a considerazioni solo tecniche, ma anche etiche come il rispetto della vita che c’è nel suolo e delle persone che abitano il territorio.  “Senza suolo fertile non c’è vita, senza suolo fertile non c’è futuro. Il futuro non sarà del cemento, dell’asfalto, del vetro e dei metalli”, come ci ricorda Papa Francesco. Ciò che manca è il vero e concreto riconoscimento del ruolo degli agricoltori, produttori di cibo ma anche custodi del paesaggio e delle acque superficiali. Rispettare, custodire, coltivare sono saldati insieme per promuovere un modello di sviluppo sostenibile che ha a cuore la salvaguardia delle risorse e degli ecosistemi rurali.

Il mese di novembre per gli agricoltori è il tempo della gratitudine e dell’apprezzamento per la vocazione e missione ricevuta  del custodire e del coltivare la terra. Nonostante le giornate siano piene di attività e di impegni nei numerosi campi di azione nelle  aziende agricole, non viene tralasciato questo tradizionale evento che permette di far crescere la speranza nel domani e la fiducia nel presente. E quando il cuore è colmo di gratitudine la celebrazione diventa  il culmine del ringraziamento.

Don Paolo Bonetti

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