il Punto Coldiretti

Perché mi piace questo papa

A un anno dalla sua elezione, Papa Francesco ha conquistato l’ammirazione e l’affetto di credenti e non credenti, per la semplicità del suo linguaggio concreto e interattivo che arriva direttamente al cuore, per i suoi gesti così immediati, spontanei, umani che tolgono il distacco e offrono la vicinanza della sua persona alla gente che incontra.

Anche le sue omelie attirano immediatamente l’attenzione e coinvolgono chi le ascolta perché le sue parole sono piene di consolazione quando si rivolgono ai separati e ai divorziati o i suoi moniti pieni di forza morale quando sono indirizzati ai cardinali. Ma davanti al commercio delle armi e alle conseguenze delle guerre o davanti ai profughi di Lampedusa il suo linguaggio diventa fermo, accorato, crudo.

Non risiede nel palazzo apostolico, storica residenza dei papi, perché preferisce le tre stanzette di Casa Santa Marta, un albergo come tanti altri per condividere la quotidianità con i suoi collaboratori e con gli altri ospiti della residenza vaticana.

Ha sorpreso il mondo per il suo sorriso aperto e gioioso, per la sua voce velata di tenerezza quando incontra gli ammalati, gli anziani, i bambini o per la carica di entusiasmo quando si rivolge ai giovani. Incisive, lucide, positive le esortazioni a vivere la vita cristiana, con coerenza, vicina ai poveri, coraggiosa a confrontarsi con le sfide poste dagli attuali modelli economici, culturali e sociali della globalizzazione e in particolare sull’economia e la finanza che prevede l’esclusione di tante persone.

Il Papa è consapevole che la Chiesa deve uscire da se stessa, dalle comodità e dalle sue sicurezze per accorciare le distanze e andare alle periferie dove vivono gli uomini con la loro vita faticosa ma anche con la loro fame e sete di giustizia.

Intensa pure la riflessione che ogni giorno offre a Santa Marta con al centro il Vangelo e il suo messaggio aperto alla misericordia. Quanto freschi sono i suoi richiami a trasmettere con entusiasmo la bellezza della fede e il fascino contagioso di una vita plasmata da Cristo che invia ad amare ogni uomo cominciando da quello più fragile.

Il tono e l’intensità del suo primo anno di pontificato fanno emergere già una visione chiara ed organica, un’attenzione e una sensibilità viva per il creato e le sue risorse umane, per la terra e il lavoro dei campi perché siano coltivati e custoditi e i suoi frutti siano a disposizione di tutti.
Accogliamo con gratitudine il dono di questo papa che ci invita ad un radicale rinnovamento non solo ecclesiale ma anche sociale, economico e politico per continuare a superare tante diseguaglianze e omissioni che indeboliscono e vanificano  tante energie sane, vitali e attive presenti nel nostro Paese.
 
Don Paolo Bonetti

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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