il Punto Coldiretti

Terremoto, le mani tese della solidarietà

Una moltitudine di scosse di terremoto con la loro carica di crolli, di distruzione, di macerie, ha provocato morte, feriti, sfollati, sfregiato la bellezza di numerosi territori nelle province del Centro Italia. Vite spezzate, cumuli di sassi, rovine incalcolabili, case sventrate, famiglie devastate, perdita di cose e di affetti. Giorni di lutto, di commozione, di lacrime e di solidarietà.

Uno slancio corale di cuori aperti e di mani tese ha confortato il dolore, alleviato la paura, condiviso il senso di vuoto e di impotenza, causato da un evento terribile che ha lasciato ferite profonde. Parenti, amici, Protezione civile, volontari, vigili del fuoco, e del soccorso alpino, forze dell’ordine e militari, medici e assistenti sociali, aiutati dai cani delle squadre cinofile, erano pronti a salvare, soccorrere, assistere, consolare, vigilare.

Nonostante un evento così drammatico, una sofferenza così straziante, un territorio così devastato, il sisma non ha spento la speranza e il coraggio di riprendere, di rimboccarsi le maniche, di saldare le iniziative solidali di privati, associazioni, enti, comunità, alla ricostruzione per il ripristino delle frazioni, dei borghi e dei paesi.

Pubblico e privato insieme, per progetti, non solo strategici, per recuperare tante infrastrutture e, tra queste, quelle rurali, danneggiate o inagibili. In questi luoghi martoriati c’è anche il popolo della terra che ha subito danni pesantissimi, annullati tanti sacrifici, e compromesso l’attività agricola. Un popolo “tenace, genuino, laborioso, anche se messo a dura prova – ha ricordato Roberto Moncalvo – vuole continuare a vivere e a lavorare vicino ai loro animali salvati dal crollo delle stalle”.

E’ l’agricoltore e l’allevatore, che si fanno portatori della volontà di rialzarsi e di far ripartire il regolare lavoro quotidiano nei campi. Attendono provvedimenti legislativi rapidi, per dare certezza al futuro e per garantire a questo spazio prezioso dell’agricoltura italiana di continuare ad essere essenziale allo sviluppo economico e alla salvaguardia di località a vocazione rurale.

Sostenere un’agricoltura identitaria è voler far emergere la parte migliore dell’attività agricola di questi territori che non deve andare dispersa. Anche Coldiretti ha dato una risposta tempestiva, in vicinanza e in solidarietà, che rimarrà tale anche quando i mass media, dopo l’emergenza, sposteranno l’attenzione. Sostenere queste terre già segnate dallo spopolamento, ripartire dall’economia agricola del posto, rilanciare l’immagine turistica e i prodotti locali, significa non condannare questi comuni a scomparire o a perdere pezzi importanti della loro storia.

Una responsabilità enorme da condividere con le istituzioni e con le popolazioni, perché possano ricominciare a guardare alla normalità, con una fiducia ben riposta dopo i giorni della tragedia.

Don Paolo Bonetti

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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