il Punto Coldiretti

Una giornata per la custodia del creato

Nel calendario della Chiesa ortodossa l’anno liturgico inizia il primo settembre, giorno della creazione. E’ una giornata in cui fare memoria riconoscente dell’opera bella e buona della creazione, dono di Dio all’umanità e per continuare a vegliare su di essa e per amministrarla con sapienza senza stravolgerla. Alla Chiesa va dato il merito di aver tenuto vivo in questi anni un discorso complessivo di alto profilo sull’ecologia.

La Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e la commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo ha inviato un messaggio per la 9ª Giornata per la custodia del Creato con a tema “Educare alla custodia del Creato, per la salute dei nostri Paesi e delle nostre città”. E’ un forte richiamo a un rinnovato impegno culturale, alla necessità di denunciare  quando i beni della terra vengono sfruttati e manipolati e a una responsabilità attiva nel  costruire reti di speranza per il futuro.

Per non spezzare il rapporto con il creato è importane prestare attenzione al primo libro scritto per gli uomini che è il libro della  natura, una composizione straordinaria che invita a governare e rispettare la terra con le sue risorse, a coltivarla e non a distruggerla. La responsabilità da esercitare nei confronti del creato deve iniziare anzitutto nelle menti e nei cuori che portino a rifiutare una visione strumentale e utilitaristica della vita. Le profanazione consumate ai danni delle nostre città e dei nostri territori non sono soltanto un problema tecnico ma anche etico.

La gestione del territorio è dovere di tutti. Questa meravigliosa casa comune che è la terra, da tempo manda segnali di malessere che vanno accolti con la massima sollecitudine e responsabilità. Se non si interviene per la salvaguardia dell’ambiente ci distruggeremo con le nostre mani perché la natura non è un pozzo senza fondo. Entra in gioco la dimensione educativa per formare comportamenti sostenibili con al centro il primato del bene comune e della salubrità della vita. Il creato non è solo un insieme di cose, ma di significati, è luogo culturale ed etico nel quale l’uomo gioca la sua responsabilità davanti alle generazione future.

L’ambiente  sarà protetto se allo stesso tempo sarà protetto l’uomo perché le due realtà sono intimamente unite. Oggi stiamo toccando il fondo con lo sfruttamento delle risorse naturali e di popoli ma anche dell’uomo, considerato come mezzo e strumento. Bisogna riaccendere quei valori culturali e spirituali che aprono ai nuovi soggetti etici legati alle tematiche ecologiche. Motivo di speranza proviene oggi dall’agricoltura che si fa espressione del territorio attraverso la funzione sociale dell’impresa agricola. Il futuro si comincia a costruire cominciando con il presente. Scommettere sul coltivare e custodire il creato è scommettere su in’economia amica della persona e della agricoltura che è portatrice di tradizioni e valori che mantengono vivo il territorio e le comunità che vi abitano.  

Don Paolo Bonetti
Consigliere Ecclesiastico Regionale

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