il Punto Coldiretti

Incubo siccità nelle campagne, già danni per un miliardo

E’ incubo siccità nelle campagne italiane dove i danni hanno già raggiunto il miliardo di euro a causa delle temperature ampiamente sopra la media e della mancanza di pioggia che sta caratterizzando il mese di giugno. Secondo il monitoraggio effettuato dalla Coldiretti nel campi coltivati lungo tutta la Penisola con il grande caldo gli agricoltori devono ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici dal grana padano al parmigiano reggiano fino alla mozzarella di bufala.

Ma c’è anche lo stress da caldo per gli animali nelle fattorie dove le mucche che con le alte temperature stanno producendo fino al 20 per cento circa di latte in meno rispetto ai periodi normali mentre in certe zone manca pure l’acqua e sono entrate in funzione le autobotti per il rifornimento degli abbeveratoi. Se Sardegna, Emilia Romagna, la Toscana e il Veneto hanno richiesto addirittura al Governo lo stato di emergenza la situazione è preoccupante dal Piemonte alla Lombardia alla Liguria, dalla Toscana al Lazio, dall’Umbria alla Calabria, dalla Campania alla Puglia, dalla Basilicata, dal Friuli alla Sicilia.
 
In Emilia  in sofferenza tutte le colture dal pomodoro ai cereali ma anche gli ortaggi come in Lombardia dove il caldo sta provocando un taglio fino al 20% della produzione di latte. In Sardegna  l’assenza di piogge sta condizionando tutti i settori agricoli, con perdite nella produzione di oltre il 40% e gli agricoltori della Coldiretti che sono scesi in piazza per cercare di salvare le aziende e le greggi che rappresentano un patrimonio economico, occupazionale e ambientale insostituibile della Regione.

In Veneto si parla di poche settimane di autonomia e la vendemmia si prevede anticipata di almeno una settimana mentre in Toscana scarseggiano anche i foraggi per il bestiame e crolla la produzione di miele. Ma la situazione è drammatica a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola. I girasoli e il granoturco stanno seccando in Umbria e Marche, ma in difficoltà sono anche ampie aree del Lazio dove la produzione di frumento risulta stentata, con pesante contrazione dei raccolti e perdita di qualità, e, senza interventi immediati, si rischia di perdere del tutto ortaggi, frutta, cereali, pomodori. L’assenza di piogge sta condizionando tutta la produzione agricola regionale, con perdite finora stimate fino al 40%.

Nelle zone terremotate si registra una produzione di fieno insufficiente con pascoli e prati asciutti ma la siccità si fa sentire anche in Friuli dove la regione ah decretato lo stato di sofferenza idrica per garantire l’acqua alla media Pianura friulana per circa 26.000 ettari di coltivazioni mentre in Piemonte è stato dichiarato lo stato massima pericolosità incendi.
 
In Campania nel Cilento, nell’Alento e nella piana del Sele ci sono problemi per gli ortaggi e la frutta, ma anche per la mozzarella di bufala perché la mancanza di acqua mette in crisi anche gli allevamenti e i caseifici, mentre in Puglia perdite di produzione, aumento dei costi per le risemine, ulteriori lavorazioni, acquisti di nuove piantine e sementi sono gli effetti della siccità con gravi danni al granaio d’Italia nelle province di Foggia e Bari, dove si riscontra una perdita del 50% della produzione. Gravi danni anche in Sicilia dove si è costretti ad anticipare l’inizio della stagione irrigua negli agrumeti.

"Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "di fronte alla tropicalizzazione del clima se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati.

 

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