il Punto Coldiretti

Aflatossine, l’Ue richiede maggiori controlli sui cibi turchi

I controlli sui fichi secchi importati nell’Ue dalla Turchia potrebbero presto aumentare a causa del numero molto elevato di segnalazioni riguardanti la presenza di aflatossine  fatte registrare durante lo scorso anno. A richiedere maggiore vigilanza sono la Commissione europea e gli Stati membri che ritengono non sufficientemente adeguate le garanzie fornite dalla Turchia mediante il proprio sistema di controllo.

Durante lo scorso anno 326 segnalazioni diffuse dal Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi (Rasff) riguardavano la presenza di aflatossine in lotti di frutta secca importati in Europa; di queste 178 riguardavano proprio i fichi secchi provenienti dalla Turchia.

Il dossier sui “Rischi dei cibi low cost”, presentato nei giorni scorsi da Coldiretti a Bruxelles, ha evidenziato come nel 2012 a salire sul podio dei paesi con maggior numero di notifiche subite siano state nell’ordine la Cina,l’India e la Turchia. Nazioni che, avvalendosi di diverse regole sanitarie e ambientali in vigore rispetto al’Ue oltre che dello sfruttamento della manodopera, immettono sul mercato ingredienti e alimenti a basso prezzo ma pericolosi per la salute, il tutto a danno degli ignari consumatori.

In particolare, dalla Turchia si registrano allarmi riguardanti l’importazione di nocciole e pistacchi contaminati per la presenza di muffe e aflatossine che vengono spesso utilizzati per la preparazione di snack low cost.

Le aflatossine sono note per le loro proprietà genotossiche e cancerogene e l’esposizione attraverso gli alimenti deve essere il più possibile limitata. L’ampliamento dei controlli verrà presto discusso in sede di Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali.

Rimarrebbero invece invariati secondo il disegno di legge i controlli su altre varietà importate, come le arachidi provenienti dalla Cina (il cui 20% viene controllato) e i pistacchi provenienti dall’Iran (il 50% dei quali è sottoposto a controlli prima di varcare le frontiere Ue). Tuttavia sarebbe comunque auspicabile che anche per queste produzioni la Commissione e gli Stati membri prevedessero una maggiore rigidità nei controlli.

Le modifiche richieste (che riguarderebbero anche le arachidi importate dall’India e dal Ghana e i semi di melone provenienti dalla Nigeria) dovrebbero far parte di una nuova normativa che andrà a sostituire l’attuale regolamento 1152/2009, dove si stabiliscono condizioni particolari per l’importazione di determinati prodotti alimentari da alcuni paesi terzi a causa del rischio di contaminazione da aflatossine.

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