il Punto Coldiretti

Agricoltura biologica: fare chiarezza sulle banche dati

Sulle banche dati e sementi bio si rischia un cortocircuito burocratico. In un recente incontro del tavolo tecnico per l’agricoltura biologica del Ministero delle Politiche agricole è stato presentato un lavoro di analisi delle banche dati, realizzate da soggetti con ruolo istituzionale nel sistema di certificazione, che operano per la tracciabilità dei prodotti dell’agricoltura biologica. Il lavoro ha analizzato ben 7 sistemi differenti, rilevando come principale criticità il fatto che, molto spesso, i sistemi non dialogano tra loro.

Il Sib – Sistema Informativo per il Biologico, che ha rappresentato la prima vera innovazione informatica per il settore, è stato istituito nel lontano 2012. Successivamente il decreto legislativo 20 del 2018 ha stabilito la necessità di una ulteriore banca dati per garantire la tracciabilità delle transazioni commerciali del prodotto biologico, che però ancora non ha visto la luce.

Molti sistemi informatici, grande flusso di dati, tante informazioni dettagliate e certificate che però, se non coordinate in maniera efficiente, invece di favorire la semplificazione e la sburocratizzazione dei processi, creano inevitabilmente danni, in primis proprio alle aziende agricole biologiche.

Ne è un chiaro esempio l’informatizzazione dei Programmi Annuali di Produzione, adempimento obbligatorio per le imprese agricole biologiche, ma che riprende informazioni che già sono per la quasi totalità contenute nei piani colturali del fascicolo aziendale. Una duplicazione che grava sulle imprese e che potrebbe essere facilmente risolta con una integrazione dei sistemi.

Anche per la banca dati per le deroghe delle sementi bio, ulteriore adempimento nella gestione informatizzata dei dati del biologico, appare urgente una riflessione per capire meglio il ruolo che le è proprio e le eventuali integrazioni che deve avere con gli altri sistemi.

Coldiretti ha più volte ribadito che la necessità di ridurre le deroghe per l’uso di semente convenzionale in biologico passa solo da programmazione e accordi di filiera con le ditte sementiere. Imbrigliare il sistema con modifica degli strumenti informativi, porta solo al risultato di aumentare gli adempimenti burocratici a carico della aziende agricole biologiche, senza peraltro raggiungere nessun obiettivo. L’uso dei sistemi informativi deve favorire la semplificazione amministrativa e non può, al contrario, creare ulteriori ostacoli all’applicazione delle norme.

L’obiettivo di integrare tra loro i sistemi informativi deve consentire ad esempio ad un agricoltore biologico che intenda coltivare erba medica biologica di poter fare un’unica dichiarazione, in un unico sistema, senza dover ripetere l’inserimento della stessa informazione in sistemi diversi, solo in funzione del soggetto cui è destinata quella medesima informazione (ad esempio piano colturale, Pap, ordine delle sementi, tracciabilità del prodotto etc etc ). Su questa impostazione proseguirà su tutti i tavoli istituzionali anche l’impegno della Associazione dei produttori biologici e biodinamici della Coldiretti, che sul tema è fortemente impegnata.

 

 

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