il Punto Coldiretti

Il progetto Salsa mette al centro le piccole imprese agricole

Coldiretti ha partecipato, a Brasov in Romania, al 4° Consortium Meeting del progetto di ricerca Horizon 2020,  Salsa, della durata di quattro anni,  che ha per oggetto lo studio del ruolo che svolgono le piccole imprese agricole ed alimentari nella sicurezza alimentare sostenibile, intesa anche come capacità di garantire un’adeguata offerta di cibo in termini quantitativi e qualitativi. Il progetto, a cui Coldiretti partecipa, come unica organizzazione agricola, con il supporto di Ager, per la misura di divulgazione dei risultati, presenta una cornice concettuale elaborata sulla base della letteratura scientifica e dell’esperienza pratica, acquisita presso le piccole imprese agricole oggetto di studio, in materia di Nutrizione e sicurezza alimentare in Europa ed Africa.

La ricerca è condotta in 30 regioni di riferimento appartenenti a tre macro regioni europee (Europa dell’est, Sud Europa e Nord Europa) e anche in alcuni paesi Africani. Il progetto considera piccole imprese agricole, quelle che hanno meno di 5 ha ed una dimensione  economica pari a massimo  8 ESU (circa 9.600 Euro).

Il progetto è finalizzato a produrre alcune raccomandazioni chiare e concise, tenendo conto della specificità di ognuna delle tre macroregioni europee, dirette alle istituzioni pubbliche che assumono decisioni in materia di politica agricola,  riguardo gli interventi più appropriati da mettere in atto per favorire la resilienza e lo sviluppo delle piccole imprese agricole ed alimentari nonché alcune indicazioni circa un possibile modello di filiera corta che consenta a tali imprese di essere sul mercato ed affrontare la concorrenza. In tal senso, il modello realizzato da Coldiretti, con Campagna Amica, costituisce, senz’altro, un punto di riferimento.

In Transilvania il team del progetto ha potuto anche visitare la realtà delle piccole aziende agricole avendo modo di constatare che alcune problematiche, ma anche alcune caratteristiche delle imprese agricole ed agroalimentari di piccola dimensione, hanno degli aspetti in comune a prescindere dall’area territoriale e dal contesto culturale e socio economico di riferimento. Ad esempio, le imprese zootecniche poste in aree marginali di montagna soffrono della carenza di infrastrutture e ciò ostacola la commercializzazione dei prodotti locali, così come la mancanza di servizi ai residenti che favorisce il progressivo spopolamento di tali zone con conseguenze negative in termini di tutela del territorio e di salvaguardia della biodiversità.

In alcune aree dell’Ue, ad esempio, proprio nei paesi dell’Est, le piccole imprese agricole hanno difficoltà ad accedere agli aiuti previsti dalla Pac a causa delle complessità burocratiche dei costi di consulenza per loro insostenibili. Oltretutto, le piccole imprese agricole di solito tendono ad operare in modo informale, per cui non riescono a rispondere ai requisiti previsti dall’UE per l’accesso agli aiuti comunitari. Altro aspetto emerso, di comune interesse, è la difficoltà a convivere con i limiti ambientali posti da Rete Natura 2000 e con le restrizioni stabilite dagli enti di gestione delle Aree protette. Inoltre, lo sviluppo di tale tipologia aziendale è fortemente legato alle severe condizioni poste dalle banche per l’accesso al credito (ad esempio, gli elevati tassi di interesse).

Il progetto che si concluderà il prossimo anno, è arrivato ad una fase di elaborazione avanzata dei dati raccolti, nelle Regioni di riferimento, selezionando le colture principali prodotte o quelle maggiormente rappresentative. I diversi sistemi alimentari sono stati classificati in tre tipi principali rispetto al contributo (alto, medio e basso) che le piccole imprese agricole, concretamente, danno all’offerta regionale di cibo.  I dati provengono non solo da fonti statistiche ufficiali, ma anche da un innovativo sistema satellitare che ha consentito di studiare la mappatura delle imprese agricole e la loro struttura, in aggiunta ai dati raccolti tramite interviste effettuate direttamente ai titolari delle imprese agricole ed agroalimentari oggetto di campionamento.

I principali risultati ottenuti dal progetto sono la realizzazione di mappe dell’agricoltura esercitata da imprese di piccole dimensione su scala Europea, inclusa la stima della produzione corrente e potenziale verificata a livello regionale. Si sono ottenute informazioni standardizzate sulle piccole imprese agricole e del rapporto che esse hanno con le piccole imprese agroalimentari rispetto alla Nutrizione e  Sicurezza alimentare, che saranno utili per la ricerca il monitoraggio e lo sviluppo delle politiche agricole.

Un aspetto importante, infine, indagato dalla ricerca è come supportare le piccole imprese agricole rispetto al cambiamento climatico, che crea difficoltà nella pianificazione degli interventi colturali e di allevamento.

Al momento, si è tenuto come primo meeting relativo ai risultati delle macro-aree regionali, quello inerente i paesi dell’Europa dell’est al quale è seguito, il 12 giugno, quello riguardante i Paesi del sud Europa al quale ha partecipato anche Coldiretti, in rappresentanza dell’Italia. Il progetto ha visto la realizzazione, poi, di un meeting per i Paesi del nord Europa ed, infine, sarà organizzato un evento analogo, prossimamente,  in uno dei Paesi africani.

Rispetto a questi ultimi, il meeting tenutosi a Brasov, ha consentito di approfondire ulteriormente le problematiche specifiche relative alle piccole imprese agricole in questi Paesi, al fine di sviluppare uno scambio di informazioni e individuare possibili soluzioni trasferibili, in termini di ricerca e buone pratiche agricole, anche relative al modello organizzativo di filiera agro-alimentare, che possa essere di ispirazione per i Paesi africani con gli opportuni adattamenti. Il meeting ha fatto emergere gli aspetti in comune e le differenze esistenti tra agricoltura europea ed africana al fine di promuovere la comprensione e lo sviluppo, in futuro, di iniziative Europa-Africa.

 

 

 

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