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Lotta agli elateridi della patata: approvato l’uso d’emergenza del Metarhizium brunneum

Il Ministero della Salute ha concesso l’autorizzazione in deroga per situazioni di emergenza fitosanitaria della sostanza attiva di origine naturale Metarhizium brunneum Cb15-III, un fungo mitosporico (nome commerciale del formulato Attracap), per combattere l’avversità Agriotes spp (larve di elateridi) sulla coltura della patata. I trattamenti sono consentiti dal 17 febbraio al 16 giugno 2021.

Si tratta di un insetticida biologico, in formulazione granulare, finalizzato al controllo delle larve di elateride (Agriotes spp.) il parassita più temibile per la patata che, se non opportunamente controllato rischia di pregiudicare la sopravvivenza in Italia della coltura.

Il formulato si applica nel periodo primaverile, localizzato nel solco di semina durante la piantagione dei tuberi di patata. I granuli contengono lievito che produce anidride carbonica (CO2) per un periodo di 5 settimane. Le larve di elateride, attratte dalla presenza dell’anidride carbonica, migrano verso i granuli e, quindi, entrano in contatto con le spore di “Metarhizium brunneum Cb15-III”. Le spore penetrano nella cuticola e uccidono l’insetto ospite. Per risultati ottimali, il formulato dovrebbe essere impiegato quando l’infestazione da elateridi è da lieve a media. L’efficacia del prodotto dipende dal tipo di terreno e/o dall’umidità presente nel suolo. In condizioni di siccità, per migliorare l’efficacia del trattamento, si consiglia di far seguire un’irrigazione.

Coldiretti ha sostenuto la richiesta di tale sostanza attiva nell’ambito di una strategia di produzione integrata finalizzata a combattere la presenza degli elateridi su tale coltura. Al fine di scongiurare la crisi economica del settore pataticolo, proprio a causa dell’aggressività di tale parassita, sono ormai da anni in corso ricerche, presso il Crea-Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture industriali di Bologna, con il supporto di Veneto Agricoltura (settore di Ricerca Agraria) e del Consorzio Agrario dell’Emilia per la messa a punto di uno schema di difesa fitopatologica ispirato a metodi efficaci e rispettosi dell’ambiente, rispondenti a quei criteri di sostenibilità richiesti dal Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, tramite l’uso combinato di sostanze di sintesi chimica e di origine naturale ed il ricorso a sovesci con piante biocide.

Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento significativo delle perdite economiche dovute alle infestazione da elateridi sulle patate e il problema interessa molte aziende, ubicate pressoché in tutti i comprensori produttivi nazionali. Le problematiche più rilevanti sono state riscontrate in Emilia Romagna, Fucino, Friuli Venezia Giulia, Lazio. Da un’indagine condotta dall’Unapa risulta che il problema indotto dalla presenza degli elateridi interessi il 20-25% della superficie complessivamente investita a patate, per complessivi 10.000 ettari circa.

La revoca, dal 1° agosto 2019, dell’unico prodotto fitosanitario efficace contro gli elateridi – Mocap a base di Etoprofos – vede una situazione caratterizzata dalla mancanza di pratiche sostenibili e di mezzi idonei a controllare il parassita.

A fronte di tale contesto, si ritiene che l’insetticida biologico sopra citato rappresenti una soluzione idonea ed innovativa per contenere il danno in modo efficace ed ecocompatibile. L’efficacia di tale soluzione è stata evidenziata nel corso di prove sperimentali che hanno evidenziato la necessità di utilizzare il prodotto contestualmente alla fase di semina, tenuto conto dello scaglionamento nei vari comprensori produttivi e della diffusione della problematica.

I dati Istat riportano nel 2020 una superficie complessiva coltivata a patata di 47.095 ettari: 33.246 ettari per la produzione della patata comune (produzione 10.840.358 quintali) e 13.849 ettari (produzione 3.243.036 quintali) destinati alla coltivazione della patata primaticcia).

Le Regioni vocate alla coltivazione della patata comune con il riconoscimento di Indicazioni geografiche protette sono: Campania, Emilia-Romagna, Abruzzo, Calabria e Lazio. Altre varietà di pregio contraddistinguono la produzione italiana e sono tutelate (Patata DOP di Bologna ePatata IGP del Fucino).

Le superfici coltivate negli ultimi anni sono progressivamente diminuite a causa della ridotta redditività della coltura dovuta a prezzi bassi, per la concorrenza della produzione estera,ma anche a causa delle gravi problematiche di natura fitosanitaria. La riduzione delle superfici destinate alla coltivazione registrata nell’ultimo decennio – nell’ordine di circa il 40% – ha raggiunto livelli di guardia tali da imporre un’attenzione particolare al problema fitosanitario.

In particolare, sono proprio i danni causati dalle larve dei coleotteri elateridi ad avere un effetto negativo sulle rese. Gli elateridi, responsabili di infestazioni a carico degli organi ipogei delle colture, a cui appartengono diverse specie del genere Agriotes, risultano largamente diffusi in tutte le aree di maggior interesse per la produzione della patata. Il danno arrecato dalla larva di Agriotes su tuberi di patata può manifestarsi con diversa gravità, dalla semplice rosura superficiale fino alla formazione di vere e proprie gallerie a cui si associano marciumi e alterazioni di varia natura; la produzione ne risulta fortemente danneggiata con gravi ripercussioni sugli aspetti qualitativi, la commercializzazione del prodotto e la quantità delle produzioni.

Nelle zone di maggior produzione della patata, sono sempre più diffuse le aree in cui si riscontrano livelli di infestazione medi e/o elevati. I danni riscontrati sulla produzione sono variabili dal 2% all’8% in caso di infestazione media e risultano superiori all’8% fino alla completa distruzione della produzione, in caso di infestazione grave. In particolare, i danni più rilevanti si riscontrano nelle produzioni a raccolta tardiva, tipiche delle aree di produzione del Nord Italia, dove sono frequenti livelli di riduzione della produzione tale da compromettere la sostenibilità economica della coltura.

Nondimeno, il controllo degli elateridi è particolarmente complicato, sia per le caratteristiche biologiche dell’insetto sia per la limitata disponibilità di sostanze attive efficaci. Gli elateridi sono in grado di attaccare, oltre la patata, anche numerose specie vegetali spontaneee coltivate, in particolare: cereali vernini e primaverili, prati stabili ed erba medica, barbabietola da zucchero, cipolla e girasole. Pertanto, la sopravvivenza e la moltiplicazione di questi fitofagi nei terreni è garantita dalla disponibilità di colture ospiti e, quindi, la stessa pratica della rotazione colturale risulta di scarso effetto nel contenerne l’incremento delle popolazioni. Studi scientifici effettuati nei principali areali di coltivazione della patata riportano livelli medi di infestazione ben oltre la soglia di attenzione, con situazioni puntuali di notevole criticità, specie nelle aree a maggior vocazione.

In ogni caso, per quanto concerne la difesa nei confronti degli elateridi, il ricorso a prodotti fitosanitari di sintesi chimica, dopo la messa la bando della sostanza attiva Fipronil per applicazioni in campo, può essere attuata con un numero limitato di molecole, talora non sufficienti a proteggere adeguatamente la coltura.

Il controllo degli elateridi nella coltura della patata rappresenta, tuttavia, un’attività fondamentale per la salvaguardia della quantità delle produzioni ottenibili. A seconda degli areali produttivi si possono individuare diverse condizioni di rischio, caratterizzate da specifiche potenzialità di infestazione in regime di rotazioni colturali non idonee; condizioni climatiche e/o di gestione idrica dei suoli favorevoli allo sviluppo degli elateridi (es. umidità).

Il provvedimento ministeriale di autorizzazione, quindi, è accolto con estremo favore in quanto contribuisce a migliorare lo strategia di difesa fitosanitaria. La stessa possibilità di disporre di uno strumento di controllo del parassita efficace e compatibile con la produzione biologica acquisisce particolare importanza in quanto volto a contenere una grave criticità riguardante la fase agricola di progetti di filiera nel settore pataticolo, finalizzati alla produzione di un alimento di grande interesse commerciale,

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