il Punto Coldiretti

Patate, un nuovo sovescio per contribuire a contenere gli elateridi

Le ricerche su essenze botaniche e nuove pratiche agronomiche sostenibili hanno recentemente condotto ad alcuni promettenti risultati per il contenimento naturale degli elateridi in pataticoltura. Un numeroso gruppo di agricoltori associati e tecnici di Coldiretti ha potuto assistere all’interramento del sovescio estivo di Crotalaria juncea (varietà Madras), a Vedrana di Budrio (Bologna). Questa esperienza rappresenta una tappa dimostrativa, esito di una sperimentazione triennale condotta dal Crea-Cerealicoltura e Colture Industriali, sede di Bologna, presso i campi-prova dell’ex Consorzio Agrario dell’Emilia (ora Consorzi Agrari d‘Italia) in collaborazione con l’Unapa (Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate).

La sperimentazione in oggetto, ha valutato gli effetti del sovescio estivo di Crotalaria juncea in sinergia con altre piante da sovescio e bio-prodotti derivanti dalla famiglia delle Brassicaceae. La Crotalaria juncea, pianta dotata naturalmente di molecole bioattive (alcaloidi pirrolizidinici) ad azione fitopiatrica,è stata proposta ad un’azienda agricola associata a Coldiretti che si è prestata alla sperimentazione. Questa innovazione, che nasce quale tecnica agronomica, è potenzialmente applicabile non solo alla patata, ma ben si presta anche ad altre colture.

Nell’ambito della dimostrazione in campo, i Consorzi Agrari d’Italia hanno evidenziato come possa essere importante per gli agricoltori, a fronte di una progressiva riduzione dei prodotti fitosanitari autorizzati dall’Ue, che si inizi a sperimentare nuove tecniche naturali per il contenimento e la difesa delle colture nell’ottica di una produzione integrata sul territorio. Si tratta, infatti,di colture che pur non essendo fonte di reddito (diretto) per l’impresa agricola, consentono di migliorare il contenuto e la qualità della sostanza organica del suolo contribuendo a contenere la presenza di alcuni parassiti dannosi, come appunto gli elateridi. Le colture da sovescio come la Crotalaria juncea devono essere considerate, infatti, alla stregua di un mezzo tecnico, al pari di prodotti fitosanitari e fertilizzanti, finalizzate a migliorare la qualità e la resa delle coltivazioni da reddito destinate, queste sì, al mercato ed ai consumatori.

Coldiretti, i ricercatori ed i tecnici aderenti al progetto sperimentale, hanno sottolineato in modo unanime, come ovviamente ciò comporti da parte dell’agricoltore un cambiamento di mentalità nella gestione dei terreni e della coltivazione.

Il Crea-Ci di Bologna ha sottolineato, infatti, che, in tal modo, l’agricoltore torna a ricoprire un ruolo centrale nella gestione e la difesa delle colture, Attualmente, infatti, la Strategia nazionale ortofrutta 2018-2022 del Mipaaf prevede il ricorso alla tecnica della biofumigazione, nell’Azione C.4 Gestione eco-compatibile del suolo.Difesa della patata, con nuove strategie sostenibili dalla chimica verde.

La Crotalaria juncea è una leguminosa tropicale che può essere seminata da fine giugno ad inizio agosto. È oggetto da alcuni anni di studi come specie da copertura od intercalare, che può essere inserita nella rotazione aziendale per la sua azione di soppressione di vari nematodi fitoparassiti nonché altri patogeni tellurici (ad es. marciume bruno della patata causato da Ralstoniasolanacearum) o verso le malerbe infestanti spontanee (effetto soppressivo). Come già sottolineato, l’efficacia di questa pianta è principalmente dovuta alla presenza di molecole bioattive della categoria degli alcaloidi. Oltre ad avere una elevata adattabilità a diversi tipi di suolo, la pianta si adatta perfettamente al cambiamento climatico in atto che vede periodi estivi lungamente siccitosi mostrando una elevata tolleranza a coltivazioni di aridocoltura ed in condizioni di ridotta fertilità biologica dei suoli.

La possibilità di coltivare C.juncea in queste condizioni ne fa uno strumento molto interessante nel contrastare i processi erosivi e la rapida mineralizzazione della sostanza organica del suolo che avviene principalmente durante i periodi estivi. Ecco un altro aspetto positivo della pratica del sovescio di queste piante aridoresistenti: è possibile evitare che i terreni restino nudi nella fase estiva con conseguente beneficio di mantenimento della sostanza organica. Questa pianta infatti, migliora la struttura del terreno,in quanto leguminosa fissa grandi quantità di azoto atmosferico e apporta un forte contributo in termini di biomassa (4-6 t/ha di peso secco).

La sperimentazione condotta nell’areale bolognese ha,inoltre, dimostrato come, su terreno con un’infestazione larvale di elateridi relativamente importante, si sia riscontrata un’azione significativa di contenimento dei danni sui tuberi in seguito al sovescio di C. juncea. Gli agricoltori presenti hanno, quindi, assistito all’interramento tramite trinciatura delle piante in pre-fioritura seguita dall’aratura.

Coldiretti ha ribadito, nel corso del momento divulgativo, come il modello di gestione dell’impresa agricola è ormai sempre più spinto dall’Ue e dal mercato verso la produzione integrata e biologica ed ha sottolineato come nel caso della patata non ci sia alcuna possibilità di poter contare sui prodotti fitosanitari di sintesi chimica finora impiegati per la lotta agli elateridi in quanto la Commissione Ue ha vietato l’impiego dei geoinsetticidi a base delle sostanze attivefipronil(già da alcuni anni) edetoprophos (di recente) considerandoli per ragioni diverse, non più rispondenti ai nuovi criteri di valutazione tossicologica ed ecotossicologica stabiliti dal reg. CE 1107/2009 che disciplina l’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari. Né al momento ci sono le condizioni perché la società produttrice della sostanza attiva etoprophos possa sostenere un uso d’emergenza ai sensi dell’art. 53 del reg. CE 1107/2009 avendo quest’ultima impugnato la decisione di non inclusione davanti dalla Corte di Giustizia Europea ed essendo in attesa della sentenza.

Coldiretti evidenzia l’importanza dell’iniziativa dimostrativa organizzata che rappresenta un virtuoso esempio di modello di ricerca partecipato dalle imprese agricole, in questo caso specifico i pataticoltori, in quanto il team che si è reso protagonista del progetto di sperimentazione ha creato un anello di congiunzione tra ricerca, divulgazione dei risultati ed assistenza tecnica favorendo la conoscenza “de visu” di una tecnica agronomica innovativa totalmente rispondente ai criteri di sostenibilità ambientale richiesti dalla legislazione vigente e dal Piano Nazionale d’Azione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

Proprio perché si tratta di un progetto che ha una valenza importante a livello nazionale, sarebbe auspicabile che tali modelli di sperimentazione fossero sostenuti con risorse pubbliche a beneficio di un’agricoltura italiana moderna, competitiva e sostenibile.

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