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Pesticidi: la Corte dei Conti Ue bacchetta la Commissione ma Italia è promossa

La Corte dei Conti europea bacchetta la Commissione Ue per i modesti progressi ottenuti sul contenimento dell’impiego dei pesticidi. Un’occasione poteva essere la nuova Pac, ma, secondo la Corte “l’opportunità non è stata colta”. Da qui la raccomandazione alla Commissione a: verificare la difesa integrata a livello di azienda agricola, consentire il collegamento della difesa integrata ai pagamenti diretti della nuova Pac, migliorare le statistiche sui prodotti fitosanitari e sviluppare migliori indicatori di rischio. La Corte dei Conti, nella nota pubblicata il 5 febbraio scorso, lamenta il tardivo recepimento da parte di alcuni Stati membri delle direttive sull’uso sostenibile dei pesticidi che tra l’altro non sarebbe stato verificato dalla Commissione.

Un altro rilievo è che gli agricoltori sono poco incentivati ad adottare metodi alternativi. Lo studio ricorda che la difesa integrata è diventata obbligatoria per gli agricoltori e che dunque impone di ricorrere ai pesticidi solo se altri metodi risultano inefficaci. Ma i criteri e i requisiti – lamenta la Corte – non sono chiari. Anche sui prodotti fitosanitari a basso rischio vengono espresse critiche : oggi sono disponibili solo 16 sostanze su 487. Un numero assolutamente insufficiente. Bocciate anche le statistiche sulle sostanza attive pubblicate dalla Commissione (Eurostat) bollate come “non abbastanza dettagliate per essere utili”. E infine la constatazione della mancanza di strumenti per valutare i rischi.

Le considerazioni della Corte dei Conti, precisa però Coldiretti, non sembrano toccare l’Italia che secondo i più recenti dati Istat nel periodo 2003-2018 mantiene un trend in riduzione nella distribuzione di prodotti fitosanitari. Rispetto al 2003 si registra un -28% (da 158.011.818 kg nel 2003 si è passati nel 2018 a 116.808.764). Si registra una drastica riduzione dei prodotti molto tossici e tossici che dai 10.653.929 kg del 2003 si sono ridotti a 4.927.729 nel 2018 (-54%) per cui appaiono più che dimezzati anche in questo caso con un trend in diminuzione rispetto all’anno precedente ( 6.038.504 kg). Inoltre rispetto all’anno 2014 in cui è entrato in vigore il Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, si è registrato un -35% per quanto riguarda l’impiego dei prodotti molto tossici e tossici. Sul piano della sostenibilità è quindi importante evidenziare che i prodotti molto tossici e tossici ormai rappresentano in Italia solo il 4,3% dei prodotti fitosanitari complessivamente impiegati.

Tali dati sono indicativi del mutamento in atto nell’agricoltura italiana che ricorre sempre più a prodotti fitosanitari a basso profilo di tossicità per la salute umana e l’ambiente in piena conformità con i principi stabiliti dal Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari per cui come richiesto dalla Corte dei Conti, a differenza del trend europeo, esiste una significativa adesione nel nostro Paese alla produzione integrata ed all’agricoltura biologica. Del resto, a parte il primato italiano nell’agricoltura biologica essendo il primo paese europeo per numero di operatori bio e il secondo in termini di superfici, l’Italia è l’unico Stato membro ad aver previsto un sistema di produzione integrata volontario e più restrittivo rispetto a quella obbligatoria (il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) accreditato e certificato con il marchio di un ente pubblico, il Mipaaf. Tale sistema è stato strutturato in modo da verificare la conformità del processo produttivo dei prodotti agricoli e agroindustriali allo standard definito nei disciplinari regionali di produzione integrata. I disciplinari sono stati resi omogenei avendoli armonizzati sulla base delle linee guida di produzione integrata definite a livello nazionale. L’impostazione va, quindi, nell’ esatta direzione che viene richiesta dalla Corte dei Conti per cui l’Italia mostra di essere all’avanguardia rispetto agli altri Stati membri. La verifica di conformità del processo produttivo alla norma tecnica è affidata ad organismi di controllo che utilizzano specifici piani regionali, anch’essi armonizzati a livello nazionale. In ogni caso, il mercato ortofrutticolo si muove da anni su sistemi di qualità delle produzioni agricole rispetto alla presenza di residui di antiparassitari negli alimenti per cui le produzioni commercializzate devono comunque rispondere a criteri di sostenibilità a garanzia degli accordi commerciali.

Il trend in diminuzione nel periodo 2003-2018 delle distribuzione di fitofarmaci contraddice, quindi, l’affermazione rispetto all’esistenza di un modello intensivo di agricoltura, anzi è al contrario evidente l’evoluzione del modello italiano in termini di elevata sostenibilità ambientale delle produzioni agricole. Le ragioni sono dovute all’ampia adesione degli agricoltori alle misure agroambientali della Pac, all’introduzione di tecniche agronomiche innovative meno impattanti sull’ambiente, all’entrata in vigore del Piano per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (di attuazione della dir. 2009/128/CE)

In ogni caso l’uso di tali mezzi di produzione in termini quantitativi è legato alle specifiche condizioni climatiche, territoriali ed ambientali ed alla specificità delle colture, rispetto alle quali viene esercitata l’attività agricola per cui Coldiretti condivide l’osservazione della Corte dei Conti che richiede l’affinamento del sistema statistico a livello europeo altrimenti risulta impossibile paragonare in termini assoluti dati carenti e non contestualizzati rispetto alle variabili delle diverse agricolture presenti nei singoli Stati membri. Ad esempio, l’Italia a differenza di altre agricolture europee è caratterizzata dalla presenza di un’ampia varietà di produzioni ortofrutticole per le quali la lotta ad avversità e malattie richiede un maggior ricorso all’uso di prodotti fitosanitari. Studi scientifici dimostrano che il cambiamento climatico che interessa l’Italia, incide negativamente sull’agricoltura in quanto contribuisce ad aumentare gli attacchi dei parassiti, le avversità e le malattie delle colture ed incide negativamente sulla fertilità dei suoli. Si evidenzia inoltre che la globalizzazione ha portato all’introduzione nel nostro Paese di nuovi parassiti che si sono sviluppati in modo particolarmente aggressivo (v. Cimice asiatica, Drosophila suzukii, Xylella) avendo trovato a causa delle elevate temperature, un habitat favorevole alla loro proliferazione.

Altro aspetto su cui si concorda con la Corte dei conti europea è la necessità che la Commissione intervenga con azioni mirate per aumentare sul mercato la disponibilità di sostanze attive efficaci a basso impatto ambientale e per la salute umana che sostituiscano quelle via via eliminate in quanto non più rispondenti ai nuovi criteri della legislazione europea, altrimenti, produzione integrata e biologica non avranno mezzi di produzione per combattere le avversità delle colture. Già ora, infatti, si registrano importanti vuoti per molte colture nella difesa fitosanitaria, situazione che sta mettendo in grande difficoltà l’agricoltura mediterranea particolarmente colpita dagli effetti del cambiamento climatico e dal suo impatto su malattie delle piante e parassiti.

Ad ogni modo, la Commissione Ue nelle sue risposte al rapporto in oggetto, ha accolto parzialmente le raccomandazioni della Corte dei Conti europea ma , il cui parere del resto non è vincolante, difendendo il suo operato in materia di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari evidenziando in primo luogo che il dato incontrovertibile del primo indicatore armonizzato con cui misurare quantitativamente l’incremento di sostenibilità relativa all’applicazione della dir. 2009/128/CE è una riduzione dal 2011 al 2017 del 20% nell’impiego di tali mezzi di produzione a livello europeo.

La Commissione sta esaminando le possibilità di un miglioramento della legislazione in materia. Tuttavia, al momento non è noto se la legislazione verrà proposta.

La Commissione ritiene che siano necessari dati pertinenti diversi dalle statistiche per tenere conto di informazioni dettagliate in merito al modo, al momento e al luogo in cui vengono utilizzati i prodotti fitosanitari . Solo i dati provenienti da un monitoraggio più mirato, o da studi di ricerca, possono fornire questo tipo di dettagli. Rispetto alla richiesta della Corte dei conti di sviluppare migliori indicatori di rischio, la Commissione ha l’accordo degli Stati membri per fornire i dati pertinenti.

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