il Punto Coldiretti

Rinnovo dell’autorizzazione del rame, Coldiretti chiede più poteri all’Italia

Coldiretti ha formalmente chiesto al Ministero della Salute, al Mipaaf ed al Ministero dell’Ambiente che l’Italia, in occasione della procedura di rinnovo da parte dell’Ue della sostanza attiva, la cui autorizzazione in commercio scade nel 2025, assuma il ruolo di Stato Membro Relatore e segua il dossier a livello comunitario.
Tale richiesta nasce dalla considerazione che il rame rappresenta, nei diversi metodi di produzione impiegati in agricoltura (produzione integrata, biologica e biodinamica), un mezzo di difesa fondamentale per le colture che non può, ad oggi, essere completamente sostituito in quanto svolge un ruolo essenziale nella lotta alle malattie fungine e contribuisce a limitare fenomeni di resistenza in associazione ad altre sostanze attive.

In ambito europeo è in fase di avvio il processo di rinnovo dell’autorizzazione dei prodotti fitosanitari a base rameica, con scadenza prevista nel 2025. Nonostante la generale esigenza delle colture mediterranee di non ridurre i dosaggi di rame al di sotto dei 6 kg/ha/anno, a causa della mancanza di alternative valide già disponibili sul mercato, lo Stato Membro Relatore (Francia) al quale era stata assegnato la valutazione del dossier, in occasione del precedente rinnovo della sostanza attiva e dei composti a base di rame (poltiglia bordolese, ossicloruro di rame, idrossido di rame, solfato di rame tribasico e ossido rameoso), ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009, ha convenuto in ordine della proposta di ridurre i dosaggi della sostanza attiva.

La soluzione adottata ha avuto come conseguenza quella di fissare il limite attuale di impiego –come è noto – in 4 kg/ha/anno, come regime flessibile (max. 28 kg/7 anni). Tale dosaggio risulta, tuttavia, insufficiente per garantire la produzione delle colture in caso di forte pressione di malattie fungine e, in particolare, della peronospora: malattie diventate più aggressive anche a seguito degli effetti del cambiamento climatico.

L’Italia resta il primo Paese interessato a mantenere il rame come mezzo tecnico per la difesa di essenziali colture, a partire dalla vite, con dosaggi che consentano di poter garantire standard quantitativi e di qualità che le caratterizzano anche in caso di annate molto piovose o sfavorevoli.

L’ordine del giorno del Comitato dello Standing Committee on Plants, Animals, Food and FeedSectionPhytopharmaceuticals(Scopaff) che ha previsto la messa in discussione, nell’ambito del Sesto programma di rinnovo (AIR6) della candidatura degli Stati Membri Relatoriper le sostanze attive in scadenza tra il 2025 e la fine del 2028. All’incontro non erano presenti le delegazioni di tutti i Paesi e l’argomento potrà essere discusso in occasione della riunione del Comitato prevista il 18 e 19 maggio prossimi.

A fronte del contesto delineato, Coldiretti ha evidenziato alle Amministrazioni nazionali competenti, come sia importante che l’Italia accetti di essere Stato Membro Relatore e che l’assegnazione del dossier le sia conferita sulla base di indiscutibili ragioni quali la competenza scientifica degli Istituti valutatori in grado di procedere ad una ponderata e corretta valutazione, soprattutto, in merito agli aspetti eco-tossicologici ed ambientali; l’interesse strategico nel salvaguardare la sostanza attiva e l’utilizzo dei relativi prodotti con valori di residuo non eccedenti i valori limite imposti (LMR); la tutela di un fungicida di copertura multi-sito, esente da problematiche di resistenza, in un’ottica globale di riduzione dell’utilizzo di molecole di sintesi; la permanente valutazione che i prodotti fitosanitari rameici rappresentano, assieme allo zolfo, sostanze attive di origine naturale con una elevata efficacia, a fronte di bassi costi di produzione, in assenza di alternative valide, soprattutto, inagricoltura biologica e biodinamica.

Coldiretti auspica, dunque, che questa volta l’Italia possa avere un ruolo chiave nella procedura di ri-autorizzazione del rame, sostanza attiva che per le sue peculiari caratteristiche, dovrebbe comunque continuare a svolgere un ruolo chiave nella difesa fitosanitaria, seppure modulata nelle quantità al fine di evitare l’accumulo nell’ambiente.

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