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Tabacco: autorizzato l’uso d’emergenza dell’acido pelargonico

Il Ministero della Salute su richiesta di Coldiretti ha approvato l’uso d’emergenza per un periodo di 120 giorni, dell’ acido pelargonico (formulato commerciale Ager-Bi) come prodotto fitosanitario per il controllo dei germogli ascellari sul tabacco. I trattamenti sono consentiti da 10/06/2021 al 07/10/2021.

Nelle ultime stagioni la produzione di tabacco ha subito grossi problemi agronomici, principalmente legati alla mancanza di principi attivi autorizzati su questa coltura.
Per quanto concerne la coltivazione del tabacco, dopo la cimatura che consiste nell’asportazione dell’apice vegetativo della pianta, è necessario eseguire il controllo dei germogli che si originano dalle gemme situate all’ascella delle foglie e si sviluppano in conseguenza della rimozione della dominanza apicale.

La presenza di germogli determina riduzioni delle rese e peggioramento qualitativo dovuto alla bassa presenza nelle foglie di amido e di conseguenza di zuccheri riduttori.
Il formulato, che non ha odore sgradevole a differenza di altri, agisce per contatto e ha lo scopo di eliminare i germogli ascellari primari e secondari del tabacco già presenti al momento del trattamento. Per essere completamente efficace, la soluzione preparata deve bagnare i germogli ascellari delle piante. Il liquido irrorato deve scorrere lungo lo stelo delle piante e venire a contatto con le gemme ascellari. Per quanto concerne il periodo di applicazione, Ager-Bi può essere impiegato in pre-cimatura ed in postcimatura del tabacco.

In pre-cimatura occorre effetuare il trattamento a 1-4 giorni dall’operazione di cimatura (asportare se possibile nell’operazione di cimatura anche i germogli ascellari più lunghi di 2,5-3 cm). In post-cimatura si deve intervenire preferibilmente in presenza di germogli di lunghezza non superiore ai 2 cm. L’intervallo minimo che intercorre fra un trattamento e l’altro è di 7-10 giorni.
Il trattamento deve essere eseguito con mezzi meccanici (barre irroratrici semoventi scavallanti) o con pompa manuale a spalla. Devono essere impiegati ugelli a cono pieno, mantenuti sopra le piante ad un’altezza tale da fare liberamente scorrere la miscela lungo lo stelo ed evitando di bagnare ove possibile, le lamine fogliari. Un’accurata taratura della macchina è essenziale affinché le condizioni d’applicazione siano rigorosamente osservate per un’adeguata applicazione del prodotto alla coltura.

Gli ugelli, in gruppo di tre per fila di piante, devono essere disposti a 20 cm di distanza uno dall’altro, rivolti verso il basso: quello centrale verticale ed allineato con la fila delle piante, i laterali inclinati in direzione della cima delle piante. La barra irrorante deve essere mantenuta ad un’altezza tale da assicurare agli ugelli una distanza di 20-30 cm dalla sommità delle piante. La pressione alla barra deve essere di 1-1,2 bar.; si prescrive pertanto l’impiego di un manometro sensibile avente 3 atm come fondo scala.
Nel 2020, l’Italia ha destinato 13.378 ettari alla coltivazione del tabacco, per una produzione stimata di 52.772.760 kg, realizzata da 1.790 produttori.

Si conferma, tra l’altro, una sostanziale stabilità del comparto, da un punto di vista delle superfici investite, grazie anche alla forte spinta all’innovazione ed all’efficienza della filiera per la migliore sostenibilità economica, sociale e ambientale delle coltivazioni.
A livello europeo, l’Italia rappresenta il primo produttore con circa un terzo delle superfici complessive e il 40% della produzione di tabacco greggio, con standard qualitativi sempre più elevati, raggiunti anche grazie alla disponibilità dei mezzi di difesa fitosanitaria che viene garantita dagli usi d’emergenza concessi dalle Autorità competenti.

Nonostante negli ultimi anni siano venuti meno gli aiuti comunitari al settore, la filiera ha saputo aprirsi al confronto diretto con il mercato, realizzando obiettivi importanti di qualità delle produzioni e di trasparenza nelle relazioni contrattuali e nei controlli attraverso un sistema di regole a valenza interprofessionale e con applicazione erga-omnes.Infatti, è attualmente in vigore il DM 2 febbraio 2018 n. 824 che estende le condizioni minime stabilite nell’accordo definito dall’Organizzazione Interprofessionale Tabacco Italia: un sistema di trasparenza che contribuisce a rendere il comparto una risorsa economica strategica per le regioni interessate, per la filiera e per l’intero indotto economico e occupazionale. Proprio il fattore occupazionale èun elemento importante di questo articolato comparto che, in termini di ore lavorate per ettaro, non ha riscontro in altre filiere agroindustriali, dando un contributo sostanziale anche alla sostenibilità sociale dei territori interessati, oltre che economica e ambientale.
Secondo i dati Istat, nel 2019, in Italia, il tabacco ha registrato una PLV 185,1 milioni di €, una occupazione di circa 50.000 addetti nell’intera filiera e un’attivazione economica nell’indotto significativa (ogni euro generato nel settore agricolo, determina 2,2 € nei settori collegati).

A livello mondiale, l’Italia è il diciottesimo Paese produttore in termini di volumi, dopo grandi produttori come Cina, India, Brasile, USA, Zimbabwe, Indonesia. In Europa la leadership dell’Italia è seguita da Spagna, Polonia, Ungheria, Grecia, Bulgaria.
I gruppi varietali coltivati in Italia sono i seguenti:
• 01-FLUE CURED (Virginia Bright) con metodo di essiccazione a fuoco indiretto in Bulk Curing;
• 02-LIGHT AIR CURED (Burley e Maryland) con metodo di essiccazione all’aria;
• 03-DARK AIR CURED (BadischerGeudetheimer, Havanna e Nostrano del Brenta) con essiccazione all’aria;
• 04-FIRE CURED (Kentucky) con metodo di essiccazione a fuoco diretto.

Le diverse aree di produzione evidenziano specializzazioni produttive differenti tra gruppi varietali: nel centro-nord risultano prevalenti produzioni di tabacco Virginia Bright, mentre nel meridione quelle di Burley e, in generale, di tabacchi curati ad aria. Oltre il 60% del tabacco italiano è di tipo FLUE CURED, mentre il 30% è di tipo LIGHT AIR CURED.
In questi anni, si è lavorato molto anche per assicurare una prospettiva stabile al settore, con opportunità di reddito ai produttori, soprattutto in relazione agli investimenti che la coltivazione richiede per migliorarne costantemente la competitività e la sostenibilità sul mercato.

In quest’ottica, è strategico l’Accordo pluriennale sottoscritto nel 2010 da Coldiretti e Philip Morris Italia, rinnovato negli anni e proiettato al 2023: si tratta di una collaborazione, che ha saputo dare corpo alle Intese Programmatiche sottoscritte da Philip Morris Italia con il Mi.P.A.A.F., realizzando un modello di relazioni contrattuali che mira ad evitare intermediazioni e inefficienze organizzative e gestionali, per puntare al rapporto diretto tra produttore e manifattura. Un risultato determinante che ha contribuito al consolidamento e allo sviluppo del settore e della filiera nel suo complesso attraverso la semplificazione e la trasparenza dei processi,garantendo prevedibilità commerciale e stabilità alla tabacchicoltura nazionale.

Gli acquisti di Philip Morris in Italia sono pari a circa il 50% dell’intera produzione nazionale per un valore del solo tabacco in foglia di circa 70 milioni di € e per un investimento complessivo nell’intera filiera di 100 milioni di €/anno. L’impegno commerciale è accompagnato da un modello di assistenza tecnica efficiente che realizza impegni importanti nella sostenibilità delle coltivazioni, nelle buone pratiche agricole e nelle buone pratiche del lavoro attraverso modalità innovative.
Con questo modello organizzativo basato sul rapporto diretto tra imprese agricole e manifattura, ne escono rafforzati trasparenza e collaborazione nella filiera per il migliore risultato commerciale nell’interesse delle aziende agricole, della crescita imprenditoriale e degli investimenti nel progresso tecnico e nell’innovazione.

Si tratta della realizzazione di una filiera a chilometro zero, con coltivatori e manifattura a contatto diretto per ottimizzare i tempi e aumentare la qualità, garantendo semplificazione e collaborazione tra le regioni tabacchicole (Veneto, Umbria, Campania e Toscana). Oltretutto, l’accordo offre una grande opportunità per il settore in un’ottica di sostenibilità e di crescita. La prospettiva è non solo per le circa mille imprese che lavorano per Philip Morris, ma anche per le altre imprese, che possono guardare a tale accordo come un esempio da imitare per promuovere l’intero settore con effetti positivi sull’occupazione e per gli investimenti sul territorio.

A fronte di tale contesto, la tabacchicoltura italiana ha necessità di disporre, di alcuni mezzi tecnici per il contenimento di avversità che rischiano di pregiudicare il raccolto e la qualità dei prodotti.
Coldiretti esprime ampia soddisfazione per tale provvedimento dal momento che l’uso dell’acido pelargonico come fitoregolatore sul tabacco nasce da un progetto con ONT Italia (Organizzazione Nazionale Tabacco Italia) e Novamont , finalizzato a trovare un nuovo principio attivo che avesse i requisiti di sostenibilità richiesti dalla dir. 2009/128/CE a sostegno di una coltura che è molto importante per lo sviluppo economico di alcune regioni. Ricerca, innovazione e sostenibilità rappresentano, quindi, per Coldiretti e ONT Italia, le tre parole chiave che orientano le scelte a sostegno della tabacchicoltura italiana famosa in tutto il mondo per l’elevato pregio delle varietà coltivate e la perizia delle manifatture.

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