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Approvati i primi Psr italiani, ora finire le vecchie risorse

Sono stati approvati dalla Commissione Europea i primi 5 Psr italiani, quelli di Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Bolzano e Rete rurale nazionale. I prossimi, a quanto si apprende, dovrebbero essere Umbria, Liguria, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. I Programmi di sviluppo rurale potranno così migliorare la competitività del settore agricolo, preservare l’ambiente rurale e il clima e rafforzare il tessuto economico e sociale delle comunità rurali nel periodo fino al 2020.

Tra le azioni prioritarie dei programmi nazionali e regionali adottati figurano l’ammodernamento delle aziende agricole, il sostegno ai giovani agricoltori, la gestione sostenibile dei terreni e il miglioramento delle infrastrutture a banda larga.

Accogliendo con favore le decisioni odierne, Phil Hogan, Commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato: "Uno dei principali punti di forza del nostro concetto di sviluppo rurale è che noi stabiliamo le priorità fondamentali, ma spetta poi ai singoli Stati membri o alle singole regioni definire il programma più consono ai loro problemi e alle loro opportunità ".

L’approvazione dei Psr del periodo 2014-2020 non deve comunque distogliere dall’obiettivo di chiudere il periodo 2007-2013 evitando il disimpegno di risorse comunitarie a danno degli agricoltori. In particolare, entro il 31 dicembre 2015 dovranno essere ancora spese in Italia risorse complessive superiori ai 3 miliardi di euro, dai 393 milioni di euro della Campania, 381 milioni della Sicilia, 262 milioni della Sardegna, con importi decrescenti per tutte le regioni italiane.

Il rischio è che queste risorse possano non essere spese e ritornare definitivamente nelle casse di Bruxelles.  Le Regioni per evitare il disimpegno automatico delle risorse possono modificare i Psr 2007/2013 sino alla fine di agosto, spostando le risorse all’interno del Piano, privilegiando le misure più richieste dagli agricoltori italiani.
 
  

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