il Punto Coldiretti

Assemblea dei presidenti, dal nuovo protagonismo sociale di Coldiretti un progetto per il Paese

“Abbiamo il diritto e dovere di contagiare la società sulla nostra idea di futuro e possiamo farlo perché ne abbiamo i mezzi e le capacità”. E’ con queste parole che il presidente della Coldiretti Sergio Marini ha concluso l’incontro di tre giorni con i presidenti della Coldiretti che si è svolto a Roma dal 14 al 16 febbraio sul progetto della Coldiretti per “Una Filiera Agricola Italiana”. Sono emerse grande condivisione, voglia di fare e l’indicazione delle azioni da intraprendere per velocizzare la realizzazione del progetto, ma anche il convincimento che rimangono tutte le contraddizioni e le debolezze  della politica.

L’incontro è iniziato con la presentazione di una indagine elaborata dall’Swg che ha evidenziato le aspettative della società e degli associati nei confronti dell’agricoltura italiana e della Coldiretti. Per il 71 per cento degli italiani il contributo maggiore alla ripresa del Paese viene dall’imprenditoria locale che batte nettamente i grandi gruppi (45 per cento dei consensi).

Tra le diverse attività economiche i settori considerati piu’ importanti in Italia spiccano quelli fortemente radicati sul territorio e che quindi sono a minor rischio di delocalizzazione come il turismo (70 per cento) e l’agricoltura (56 per cento). A seguire l’artigianato (52 per cento), l’industria (il 49 per cento), i servizi (47 per cento), il commercio (46 per cento) e la finanza (31 per cento). Il settore agricolo – continua la Coldiretti – viene percepito importante soprattutto per quanto riguarda la produzione di alimenti che fanno l’immagine dell’Italia all’estero (45 per cento), come garanzia di sicurezza e qualità (40 per cento), salvaguardia tradizioni locali (35 per cento) e difesa del territorio e dell’ambiente (27 per cento). Con il 56 per cento dei consensi i produttori agricoli – continua la Coldiretti – sono considerati garanti della salubrità e della sicurezza dei prodotti alimentari piu’ delle industrie alimentari (11 per cento) e della grande distribuzione (9 per cento).

 “Nel territorio ci sono le leve competitive del Paese”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che il progetto per una “Filiera agricola tutta italiana” valorizza le identità locali per generare sviluppo economico, ma anche qualità della vita dando dignità e titolarità sociale alle imprese agricole.

Dall’indagine emerge – ha sostenuto Marini – un nuovo protagonismo sociale che la gente riconosce positivamente a Coldiretti che da oltre dieci anni ha rotto con il collateralismo ed è diventata titolare delle relazioni sociali che erano invece nelle mani della politica. Oggi abbiamo un obiettivo e un traguardo nonostante la crisi e questo ha di fatto marcato una distanza rispetto alla rappresentanza tradizionale perché ci ha fatto aprire all’esterno. Questa strada non è comune alle altre forze di rappresentanza che, di fronte alla crisi, per difendersi, tendono a chiudersi nel corporativismo e nella finta unità.

Coldiretti ha creato un progetto, ha un obiettivo ma non rifiuta il dialogo e il confronto a prescindere purchè  questo parta da idee chiare sulla strada che si vuole percorrere restando indisponibili ai compromessi al ribasso e a chi vuole solo far perdere tempo. E bisogna essere coscienti che Coldiretti può fare comunque da sola e avere la forza di dimostrare l“egemonia culturale” che abbiamo conquistato in questi anni.

Il “protagonismo sociale” della Coldiretti – ha sostenuto Marini – nasce come esigenza economica attraverso il Progetto di “filiera agricola tutta italiana” al quale siamo giunti attraverso un percorso coerente che ci ha portato prima ad impegnarci per la rigenerazione dell’agricoltura verso la qualità e la sostenibilità ambientale e poi nel “patto con il consumatore” per stabilire una alleanza che non ha eguali in altri contesti: conciliare l’interesse delle nostre imprese con quello dell’intera collettività. Per questo il progetto è un’opportunità per le imprese, per il sistema agricolo, per il Paese dove tocca i bisogni della gente.

Il progetto riposiziona nella società l’agricoltura il cui valore non è percepito piu’ solo in termini di Pil, ma anche in termini di qualità della vita, di socialità come dimostrano le presenze che affollano i nostri mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Il Progetto della “filiera agricola tutta italiana”, partito come strumento economico, è diventato oggi strumento sociale e ci ha posizionato anche rispetto alla politica con la quale ci relazioniamo proprio per il contributo che offre alla realizzazione del progetto.

Nel corso della tre giorni di lavori si sono registrati cinquantuno interventi da parte dei presidenti regionali e provinciali.

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