il Punto Coldiretti

Coldiretti-Federalimentare, no alla caccia alle streghe Ue sul vino

Le conclusioni del Consiglio europeo sull’uso dannoso dell’alcol che prevedono severe misure in materia di etichettatura, pubblicità, nonché restrizioni al commercio delle stesse tra gli Stati Membri sono inaccettabili poiché rischiano di penalizzare gravemente e in maniera ingiustificata il settore vinicolo italiano. E’ quanto affermano Federalimentare e Coldiretti nel chiedere un impegno deciso del Governo per tutelare da una nuova caccia alle streghe quella che è la punta di diamante della filiera agroalimentare Made in Italy.

“Mascherata dietro la ricerca di una soluzione a una emergenza sanitaria legata all’abuso di alcol soprattutto in alcune aree europee, si cela una presa di posizione iniqua e punitiva che si perpetra attraverso misure che non tengono conto delle specificità di consumo delle bevande alcoliche diverse da paese a paese e che non apportano nulla in termini di educazione alimentare”, dice Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare e prosegue: “Chiediamo che l’Unione europea riconosca la differenza fra un consumo equilibrato di bevande alcoliche come parte integrante di uno stile di vita corretto e della dieta mediterranea elogiata in tutto il mondo come modello, e l’abuso di alcol, emergenza solo di alcuni Paesi”.

“Non possiamo accettare che l’incapacità di gestire in alcuni Paesi europei un’emergenza legata a modelli di consumo che sono lontanissimi da quelli legati al settore del vino – dice Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti – si traduca in una ingiusta criminalizzazione per un comparto che in questi anni è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol”.

In conclusione, Federalimentare e Coldiretti chiedono con decisione che i Ministri Martina e Lorenzin prendano una posizione al prossimo consiglio dei ministri contro tale proposta e pretendano piuttosto che le istituzioni comunitarie avviino una seria opera di educazione al consumo e al contrasto all’abuso di alcool nelle aree senza cultura del bere e del mangiare.

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