il Punto Coldiretti

Colture minori e fitofarmaci, incontro Commissione Ue-Coldiretti

Coldiretti ha incontrato i rappresentanti della società incaricata dalla Direzione Generale per la salute e la tutela dei consumatori della Commissione Ue (Dg Sanco)  di raccogliere le opinioni dei diversi Stati membri in merito alla proposta di istituire un Fondo per finanziare interventi volti rafforzare la lotta fitopatologica sulle colture minori.

In sostanza, la Dg Sanco ha raccolto con queste interviste i punti di vista dei differenti attori e li presenterà in questi giorni al Copa Cogeca, il Comitato che riunisce gli agricoltori e le cooperative dell’Ue, che dovrà redigere un documento finale  di sintesi sulla preferenza di opzioni espresse.

L’incontro è stata un’occasione per fare il punto delle problematiche relative a tale specifico settore ed ipotizzare possibili soluzioni. I rappresentanti della Commissione hanno chiesto, in un’intervista a Coldiretti quali siano le sfide economiche legate alle questioni degli usi minori nel nostro paese (vedi il documento: http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/usi%20minori.pdf),.

Coldiretti ha evidenziato in proposito come la possibilità di recuperare e/o mantenere la produzione di colture minori dia l’opportunità alle aziende agricole di poter integrare il proprio reddito d’impresa e mantenere vitale anche l’agricoltura delle aree marginali che in Italia sono importanti. Oltretutto, la possibilità di poter sviluppare e far diventare economicamente interessanti, per le aziende agricole, le produzioni agricole considerate minori, rientra in un più ampio progetto di sviluppo del comparto agricolo finalizzato anche alla sua  rivitalizzazione  ed al conseguente presidio del territorio.

Le motivazioni che hanno indotto la ripresa delle colture minori sono legate principalmente al desiderio sorto soprattutto nel consumatore di contrastare la tendenza del mercato globale e cioè: ridurre la standardizzazione degli alimenti ed il recupero (anche solo in parte) della stagionalità soprattutto di frutta e ortaggi; recuperare profumi, sapori e colori perduti (ma che ora hanno ripreso di attrattiva); favorire lo sviluppo di produzioni di qualità e biologiche certificate; favorire lo sviluppo del consumo di prodotti  a “km zero”: prodotti del territorio che conservano elementi caratteristici dello stesso ed elevata qualità e freschezza dei prodotti.

Nel corso dell’audizione è stato sottolineato come tra le sfide più importanti di valenza non solo economica si ritenga che le più importanti siano: contrastare le logiche di standardizzazione della Grande Distribuzione  Organizzata e della globalizzazione e spersonalizzazione del mercato; riproporre al consumatore temi legati al territorio ed alla conoscenza delle sue caratteristiche e della sua storia; aumentare la (bio)diversità/diversificazione delle colture ortofrutticole e delle altre colture tradizionali

Le problematiche legate agli usi minori sono principalmente dovute alla carenza di prodotti fitosanitari (principi attivi e di conseguenza i formulati) specifici registrati per le colture minori: è, quindi, in molti casi impossibile contrastare in modo efficace le avversità (infestanti vegetali, funghi ed insetti) in modo da rendere economicamente sostenibile la reintroduzione di colture quasi scomparse e/o gestire quelle esistenti diventate marginali.

I fattori limitanti legati alla carenza di “usi minori” sono: l’impossibilità di intervenire sulle avversità (infestanti vegetali, funghi ed insetti) in maniera efficiente che causa una perdita economica dovuta a mancato reddito (dovuto alla perdita delle coltura in atto) a cui si aggiungono i costi di produzione già sostenuti; – la necessità di ricorrere ad altri metodi di lotta alle avversità che si basano principalmente sull’impiego di manodopera con incremento eccessivo dei costi e conseguente uscita dal mercato; l’utilizzo di geodisinfestanti in assenza di coltura: maggiore impatto sull’ambiente “suolo” in quanto minore selettività.

Rispetto alla proposta avanzata dalla Commissione Europea di istituire un apposito Fondo, Coldiretti ha espresso parere positivo ed ha condiviso la necessità, da parte della DG SANCO, di prevedere un controllo delle attività legate all’uso dei fitofarmaci su tale tipologia di colture, sebbene in una prima fase in modo più contenuto,: questo permetterà agli attori ed agli Enti di valutare le differenti problematiche per la gestione delle criticità legate agli usi minori.

In questa prima fase è necessario realizzare: un data base contenete i dati relativi ai principi attivi/formulati; un Segretariato  per il coordinamento delle attività di consultazione e discussione; la valutazione di eventuali progetti preliminari per determinare un elenco di colture minori e delle criticità dovute alla carenza di usi minori (per Stato Membro);  incontri per definire un documento riassuntivo e propositivo per la definizione di progetti specifici legati agli usi minori ed il budget da stanziare.

Finita la fase preliminare si renderà necessario: prevedere una maggiore attività di coordinamento e controllo delle attività dei gruppi di lavoro da parte del Segretariato e della Dg Sanco al fine di definire le iniziative da finanziare sulla base di un’analisi delle opportunità e minacce; definire il budget del fondo d’intervento.

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