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Con le misure Ue migliora la qualità del miele

Grazie alle misure Ue le api producono miele di alta qualità. È quanto risulta dalla relazione della Commissione europea sull’attuazione delle misure relative al settore dell’apicoltura (COM [2013]593final). Il dato è estremamente positivo, non solo perché rileva che il miele europeo si attesta come il migliore sul piano della qualità, ma anche perché conferma che gli aiuti dell’Unione europea agli apicoltori contribuiscono in misura notevole a garantire la permanenza delle api nel nostro territorio e ad assistere gli apicoltori nelle attività di produzione e commercializzazione dei prodotti apistici.

Dal 2010, infatti, sono aumentate le esportazioni dall’Unione fino a raggiungere, nel 2012, le 14.275 tonnellate (+ 33%). Anche la produzione di miele nell’Ue ha registrato un lieve aumento (+ 6% dal 2010). I principali esportatori sono Germania e Spagna mentre i paesi di destinazione delle esportazioni sono Svizzera, Giappone, Arabia Saudita e Stati Uniti. A livello internazionale, invece, la Cina è il maggior esportatore di miele, seguito dall’Argentina, mentre l’Europa (la Germania in particolare) e gli Stati Uniti risultano i principali importatori.

In aumento è anche il valore medio unitario delle esportazioni di miele dall’Ue, che nel 2012 ha raggiunto i 5,14 euro/Kg: il dato conferma che il miele esportato è di alta qualità, a differenza di quello importato che, invece, è più economico ed è confezionato in grandi contenitori perché destinato all’industria alimentare o utilizzato per le miscele.

L’Unione europea ha approvato e finanziato i 27 programmi nazionali adottati da tutti gli Stati membri per il rilancio del settore apicolo: le preoccupazioni derivanti dalla perdita crescente di api, la cui esistenza è necessaria non solo nel processo di impollinazione e ai fini della conservazione della biodiversità, ma anche sul piano economico, hanno indotto l’Ue a potenziare, rispetto al triennio 2008-2010, la somma da destinare al settore apistico nel periodo 2011-2013.

I dati risultanti dalla relazione dimostrano, inoltre, che tra le sei misure ammesse a beneficiare degli aiuti, gli Stati hanno concentrato le risorse sul controllo della varroasi: l’acaro varroa è percepito come la principale minaccia per la sopravvivenza delle api mellifere e la sua eradicazione è estremamente costosa e complessa perché il parassita è in grado di colpire intere colonie di api.

Altra misura notevolmente finanziata dagli Stati è l’assistenza tecnica, strumento diretto a garantire sostegno alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti apistici attraverso la formazione degli apicoltori, ai quali devono essere trasferite le necessarie conoscenze in tema di allevamento, prevenzione di malattie, condizioni di raccolta, magazzinaggio, trasporto del miele, e sua commercializzazione. La misura comprende anche l’ammodernamento del settore realizzato attraverso il sostegno offerto agli apicoltori nell’acquisto di attrezzature per l’estrazione di miele.

Seguono, poi, la misura per la razionalizzazione della transumanza, necessaria per garantire i movimenti degli alveari nel territorio dell’Unione, per soddisfare le esigenze nutrizionali delle api e per garantire l’impollinazione delle piante; la misura per il ripopolamento del patrimonio apistico, che consente di compensare la perdita di colonie di api e l’aumento dei prezzi degli sciami attraverso il finanziamento di attività che favoriscano la produzione di regine o l’acquisto di pacchi di api; la misura che favorisce la ricerca applicata, per migliorare le qualità del prodotto e sostenere la diffusione di nuovi risultati.

A tal proposito, infatti, la Francia, che ha destinato a tale misura l’importo più consistente, ha consentito di condurre uno studio sui danni causati alle api mellifere da un fitofarmaco sistemico neonicotinoide; infine, meno finanziate rispetto alle altre, risultano le misure di sostegno per la realizzazione delle analisi del miele, il cui obiettivo è quello di garantire la presenza delle caratteristiche fisico-chimiche nel prodotto finale, e le misure per le analisi sull’origine botanica del miele, che favoriscono la conoscenza delle caratteristiche del miele raccolto e assicurano una maggiore affidabilità sul mercato nella fase della commercializzazione.
Occorre qui rilevare che in Europa, sul fronte dei canali di distribuzione, quelli più redditizi sono legati al circuito della vendita diretta ai consumatori, che consentono agli apicoltori di vendere il miele ad un prezzo più elevato.

Vanno, dunque, salutate con favore le misure adottate dall’Ue, grazie alle quali si sono registrati effetti postivi anche sull’ambiente e sullo sviluppo rurale. Sotto questo profilo, la Commissione ha proposto di estendere l’applicazione delle misure all’intero anno e di migliorare l’efficienza delle misure esistenti attraverso una loro integrazione nei programmi di sviluppo rurale, per favorire l’occupazione dei giovani apicoltori, l’ammodernamento delle aziende e l’utilizzo di misure agroambientali dirette a favorire la disponibilità di piante mellifere per le api.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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