il Punto Coldiretti

Al Villaggio di Cosenza giovani Coldiretti in piazza per salvare l’ortofrutta italiana

Cibo finto, agroenergia e logistica. Sono i tre temi che hanno fatto da leit motive al Villaggio della Coldiretti a Cosenza (dal 10 al 12 marzo), il primo della nuova stagione. Che ha aperto i battenti accendendo i riflettori sulla crisi del settore dell’ortofrutta, importante per l’agricoltura nazionale e in particolare per quella meridionale. A lanciare il grido d’allarme i giovani della Coldiretti. La delegata Veronica Barbati ha infatti denunciato che “La crisi della frutta italiana mette a rischio non solo la salute dei cittadini ma anche il futuro delle oltre diecimila giovani imprese agricole che hanno scelto di investire nel settore ortofrutticolo, il più gettonato dagli agricoltori under 35”. La frutta come la bandiera di un malessere del settore piegato dal caro costi che non riescono a coprire i prezzi riconosciuti ai produttori.

Dalla Calabria è stato lanciato un messaggio forte nel segno del rilancio e della valorizzazione dei redditi degli agricoltori, a partire da quelli del Sud e dei giovani.

Tanti i temi sul tappeto nell’incontro clou della tre giorni, a cui hanno partecipato con il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il presidente della Coldiretti della Calabria, Franco Aceto, il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, l’assessore all’Agricoltura della Regione Gianluca Gallo, i presidenti delle Commissioni Agricoltura della Camera, Mirco Carloni e del Senato, Luca De Carlo, il presidente del Crea, Carlo Gaudio (da remoto). Interessanti anche le storie dei giovani agricoltori che hanno confermato come anche nel Sud si possa fare agricoltura innovativa.

Gesmundo in apertura dei lavori ha affermato che l’agroalimentare europeo è sotto attacco e la situazione più difficile è quella dell’Italia che è il paese più qualificato. Il segretario generale ha punto il dito contro il vice commissario Ue, Frans Timmermans, che dopo i regolamenti che hanno previsto il taglio dei fitofarmaci, l’equiparazione degli allevamenti zootecnici alle ciminiere, ha aggiunto una nuova perla. Un provvedimento per buttare giù le dighe, ripristinare i corsi di acqua e ricreare così le paludi. L’obiettivo è trasformare l’Europa e quindi l’Italia in un giardino. Il cibo dovrà così essere prodotto in altre aree del mondo, mentre si creano le condizioni per aprire le porte al cibo sintetico. Si tratta non più di uno spauracchio, ma della realtà perché il bioreattore per produrre latte sintetico è in costruzione. Negli Stati Uniti sono già avanti e per quanto riguarda l’Unione europea sono attese per quest’anno le prime richieste di autorizzazione.

E se non fosse stato per la Coldiretti che ha acceso i riflettori sulle iniziative l’Italia e gli altri partner Ue si sarebbero trovati sugli scaffali i cibi sintetici senza neppure saperlo.

Grazie a Coldiretti è nato un movimento di opinione e sono state già raccolte centinaia di migliaia di firme per fermare i prodotti in provetta. Al Villaggio della Coldiretti la lista si è allungata con le firme dei presidenti delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato e dei vertici della regione Calabria.

Prandini ha sottolineato come il cibo rappresenti la cultura, la storia e le tradizioni del nostro Paese. E’ fondamentale, per difendere questo grande patrimonio, creare le condizioni per dare soddisfazione al lavoro degli agricoltori. “Per il futuro – ha evidenziato il presidente della Coldiretti – stiamo creando le condizioni per cambiare le strategie future e puntare su una linea diversa rispetto al passato. “Ci sarà un futuro – ha spiegato il presidente della Coldiretti – solo se ci sarà la soddisfazione economica degli agricoltori. L’agricoltura è connessa con la cultura, l’innovazione e il turismo che è un veicolo eccellente per promuovere il made in Italy nel mondo”.

E la Calabria, secondo Prandini, è un territorio straordinario, se ne parla spesso in termini negativi, invece bisogna imparare a parlare delle grandi eccellenze della regione, dall’olio, agli agrumi al bergamotto. Prodotti che però troppo spesso vengono contraffatti e in questo modo si sottrae valore all’agricoltura calabrese. La Coldiretti ha voluto ripartire per i villaggi proprio dalla Calabria che ha molto da raccontare. Prandini è tornato su un altro tema particolarmente caro alla Coldiretti: la reciprocità. Agli agricoltori sono imposte regole rigide che vengono rispettate, ma le stesse regole non vengono richieste a prodotti che, anche grazie agli accordi di libero scambio o con quelli, come per esempio con Tunisia e Marocco, arrivano in Italia senza offrire garanzie di salubrità, poiché utilizzano pesticidi vietati in Italia da 20 anni. “Questa – ha sottolineato – è concorrenza sleale. Non vorrei che il divieto a quello che ci contraddistingue sia mosso solo dalla logica di annullare la Dieta Mediterranea a vantaggio delle spese farmaceutiche e sanitarie”. E non è certo un caso che a investire sul cibo sintetico siano i proprietari di Big Pharma.

Prandini ha poi affrontato il problema della logistica. Le produzioni italiane sono penalizzate dalla carenze delle infrastrutture. Da qui la richiesta alle istituzioni di valorizzare il porto di Gioia Tauro che potrebbe diventare strategico per l’internazionalizzazione e per rendere competitiva anche l’agricoltura calabrese. Il nostro Paese ha incentivato le autostrade, è il momento di investire su quelle del mare.

Un altro nodo è la formazione perché è necessario essere preparati per rispondere alla sfida hi tech, ma anche per disporre di conoscenze per affrontare i mercati. Una svolta importante è rappresentata dai contratti di filiera che permettono di spalmare il reddito in modo equo. E poi la questione idrica. La Calabria non ha il problema dell’acqua, ma in molte regioni c’è il disastro con il rischio di non poter coltivare.

Non serve qualche sussidio, ha incalzato il numero uno di Coldiretti, ma si deve tornare a pianificare le strategie per il futuro, partendo dalla realizzazione dei bacini di accumulo, un progetto che Coldiretti ha realizzato molti anni fa e che è immediatamente cantierabile. A proposito dei Consorzi di bonifica Prandini ha chiarito che se sono gestiti dagli imprenditori agricoli funzionano, ma non è così se a guidarli è la politica, come nel caso della Puglia e della Sicilia “ognuno deve fare il suo, per questo chiediamo uno sforzo alla politica per sostenere i Consorzi”.

E infine per concludere un’affermazione convinta che esprime l’impegno della Coldiretti: “l’agroalimentare rappresenta il futuro dell’Italia e delle nuove generazioni”.​ E proprio in favore dei giovani a Cosenza il presidente della Commissione Agricoltura della camera ha annunciato la presentazione di un disegno di legge per gli under 40 dal titolo eloquente: ”Gioventù agricola”.

Tutti gli interventi hanno riconosciuto l’importanza dell’azione della Coldiretti sottolineando in particolare la validità della battaglia contro il cibo sintetico. Da Carloni che si è dichiarato orgoglioso di “firmare la petizione Coldiretti”, a de Carlo che ha esaltato la capacità di tutelare il Made in Italy come fa la Coldiretti che riempie le piazze, fino all’assessore Gallo.

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