il Punto Coldiretti

Dal Costa Rica una sentenza decisiva nella battaglia agli Ogm

A dimostrazione che insieme si vince: cittadini e associazioni a tutela dell’ambiente, dei consumatori, delle popolazioni indigene e dell’agricoltura biologica hanno fatto rete contro il regolamento di esecuzione della Ley de Protección Fitosanitaria del 1998 e hanno ottenuto l’annullamento per incostituzionalità dell’articolo 132 del regolamento che assicurava la riservatezza alle informazioni tecniche e scientifiche fornite dai richiedenti ai fini della iscrizione nell’apposito registro di tutte le attività relative alla manipolazione, importazione, esportazione ed emissione di materiale transgenico.

La sentenza, pubblicata pochi giorni fa nel Boletin Judicial del Costa Rica, ha accolto le argomentazioni delle parti che hanno ritenuto la disposizione lesiva del diritto di partecipazione della cittadinanza alle questioni ambientali, con conseguente lesione del diritto, anch’esso costituzionalmente sancito, ad un ambiente sano ed ecologicamente equilibrato.

Si tratta di una pronuncia fondamentale che ribadisce il ruolo della trasparenza delle informazioni nelle questioni che interessano tutti i cittadini: una procedura che si conclude con il rilascio del permesso alla coltivazione di Ogm non può ignorare il diritto del singolo a conoscere le ragioni e le prove tecniche sulle quali la decisione è stata presa, con la possibilità di presentare opposizione o contestare i documenti forniti dal richiedente.

E lo Stato, in particolare, ha il dovere di farsi garante del diritto di partecipazione dei cittadini al processo decisionale pubblico, perché la salute che passa attraverso un ambiente sano ed un cibo Ogm free appartiene all’intera collettività.

La libertà di iniziativa economica, ribadisce la nostra costituzione, non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale né può provocare danni alla sicurezza, alla libertà o alla dignità umana. Esiste  una sfera entro la quale le azioni di ognuno devono essere coordinate e orientate alla realizzazione del bene comune, alla solidarietà e al rispetto dell’altro. E questo è possibile solo se si riconosce il diritto di ciascun cittadino ad essere informato e a compiere scelte consapevoli.

Per questo il pronunciamento assume un valore decisivo nella battaglia contro gli Ogm perché ribadisce che dietro a tali produzioni vige un modello di sviluppo monocolturale, intensivo e alienante, che esclude le persone dai processi di partecipazione e condivisione, diffondendo così la cultura dell’emarginazione.

La sentenza del Costa Rica ha il merito di porre al centro delle questioni ambientali, sociali, economiche e alimentari la dignità dell’uomo, inteso come parte integrante di quel compito a cui tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo: la custodia del creato, infatti, ci rende tutti responsabili della gestione armoniosa della natura e invita ciascuno di noi a rispettare, ma anche a far rispettare, le bellezze che abbiamo ricevuto in dono per renderle fruttuose. Così Papa Francesco, nell’udienza generale dedicata all’ambiente, ricorda che «“coltivare” richiama alla mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione!».

Quanta passione, attenzione e dedizione nei volti e nelle azioni degli agricoltori, principali custodi delle innumerevoli bellezze che soltanto la specificità e la qualità delle produzioni prive di Ogm sono in grado di garantire. La sentenza interviene proprio nel momento in cui nel nostro Paese è in corso un acceso dibattito, riportato da numerosi organi di stampa, sui pro e sui contro degli Ogm e ad essa possiamo fare attento richiamo perchè consolida le posizioni e l’operato delle nostre istituzioni che hanno deciso di vietare e sanzionare chi coltiva Ogm nel territorio nazionale.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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