il Punto Coldiretti

Dalla vendita dei terreni di Stato possono nascere 43mila nuove imprese giovani

Dalla vendita dei 338mila ettari di terreni agricoli pubblici, prevista dalla legge di stabilità, possono nascere fino a 43mila nuove imprese agricole condotte da giovani, ai quali è stato assicurato il diritto di prelazione nelle procedure di cessione.

E’ quanto ha affermato Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, in occasione dell’assegnazione del premio Oscar Green alle imprese più innovative promosso dai giovani della Coldiretti con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e l’apertura del salone della creatività giovanile” con gli esempi più interessanti di innovazione nell’agroalimentare. 

La legge di stabilità approvata prevede che entro tre mesi vengano individuati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, i terreni da alienare e ci auguriamo che questo obiettivo – ha sottolineato Sangiorgio – diventi una priorità per il nuovo Governo del Prof. Mario Monti e del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania. Un impegno per sostenere la competitività delle imprese agricole e l’occupazione giovanile che – ha precisato il delegato dei giovani della Coldiretti – non costa niente e che anzi può generare fino a 6 miliardi di euro di risorse da destinare allo sviluppo del paese.

Dal ritorno delle terre pubbliche agli agricoltori che le coltivano possono nascere nuove imprese o, in alternativa, essere ampliate quelle esistenti, come testimonia il fatto che – ha sottolineato Sangiorgio – il 50 per cento delle imprese agricole già esistenti condotte da giovani “chiede” la disponibilità di terra in affitto o acquisizione, secondo una indagine Coldiretti/Swg.

Da una stima della Coldiretti sulla base della superficie media nelle diverse Regioni, con la dismissione delle terre agricole pubbliche il maggior numero di nuove aziende giovani potrebbe nascere nel Lazio (6.500), in Campania (4.300), nel Trentino (3.800), in Piemonte (3.700), in Calabria (3.500) e in Puglia (2.600).

In Italia – ha ricordato Sangiorgio – quasi un giovane su dieci sceglie di fare impresa in agricoltura dove si contano ben 65mila imprese agricole condotte da under 35 su un totale di 720mila al primo gennaio 2011, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere. L’agricoltura – ha precisato il Delegato dei giovani della Coldiretti – si classifica al terzo posto dopo costruzioni e commercio tra le attività imprenditoriali preferite dai giovani. 

“L’agricoltura è l’unico settore che non ha visto diminuire la presenza percentuale di giovani imprenditori agricoli under 30 negli ultimi quindici anni” ha affermato il presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “nell’attività manifatturiera tale percentuale si è piu’ che dimezzata. La presenza di giovani agricoltori – ha sottolineato Marini – è rimasta percentualmente stabile a conferma che il ricambio generazionale in agricoltura è più alto che in altri settori.

La dismissione della proprietà pubblica dei terreni agricoli non solo toglie allo Stato il compito improprio di coltivare la terra e rende disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto – ha sostenuto Sangiorgio – stimola l’ingresso di giovani imprenditori per i quali il costo del terreno è il principale ostacolo all’avvio dell’attività agricola. Un impulso alla crescita, all’occupazione e alla redditività delle imprese che realizzano performance migliori in agricoltura quando sono condotte da giovani.

In Italia il costo della terra ha superato i 18.400 euro, un valore superiore a quello di Germania e Francia. Dietro il valore medio – precisa la Coldiretti – si nasconde però una forte variabilità, con valori che partono dai mille euro all’ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro con un ettaro di vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige, che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro.

Dallo studio Swg/Coldiretti Giovani Impresa emerge che in agricoltura solo il 3 per cento delle imprese agricole italiane è condotto da giovani con meno di 35 anni che però sono alla guida delle aziende più innovative, che offrono maggiore occupazione e garantiscono maggiori livelli reddito.

In Italia i giovani imprenditori nelle proprie aziende producono un reddito del 40 per cento superiore a quello medio del settore. La crisi, secondo SWG/Coldiretti Giovani Impresa, non ha fermato la volontà di crescita delle giovani imprese agricole che, anche in questa congiuntura non favorevole, per il 78 per cento ha realizzato investimenti per l’espansione dell’attività o il miglioramento della qualità dei prodotti. Le aziende under 35 si caratterizzano per un maggior grado di diversificazione produttiva (31 per cento dei giovani a fronte di una media del 27 per cento), una maggiore capacità di innovare il marketing mix con ben l’87,5 per cento dei giovani che vende direttamente e il 22 per cento che rifornisce i gruppi di acquisto solidali (GAS).

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