Agricoltura sociale, ecco le quattro attività riconosciute
Lo sviluppo dell’agricoltura sociale si inserisce nel contesto più ampio e generale in cui all’impresa agricola viene riconosciuto un ruolo “multifunzione” nella società. I progetti di agricoltura sociale sono, difatti, attuati grazie alla costituzione di reti “originali” tra imprese agricole, mondo della cooperazione sociale, istituzioni, associazioni, comunità locale, finalizzate ad assicurare un’estesa gamma di servizi alla persona a vantaggio delle popolazioni urbane e rurali, che va ad ampliare il campo delle esperienze dell’agricoltura multifunzionale, ai sensi del Decreto Legislativo n. 228/2001 (noto anche come Legge di Orientamento e modernizzazione del settore agricolo) e della Legge nazionale n. 141/2015 (Disposizioni in materia di agricoltura sociale). Nel 2018 poi l’Agenzia delle Entrate in un parere in merito al trattamento fiscale agli effetti dell’Iva delle attività socio-educative svolte all’interno dell’azienda agricola ha sancito l’esenzione Iva ai sensi dell’articolo 10, comma 1, n. 21 del DPR 633/72. Quali sono le tipologie attività di agricoltura socialedi La legge 141/2015 all’articolo 2 definisce quattro tipologie di attività di agricoltura sociale: Le attività di agricoltura sociale esercitate dall’imprenditore agricolo si configurano come attività connesse laddove costituiscono servizi erogati dall’azienda a fruitori/beneficiari dei servizi stessi (è il caso delle attività indicate alle lettere b, c, d) attraverso l’utilizzo delle risorse aziendali. Tuttavia l’agricoltura sociale non è necessariamente un’attività connessa, ma è anche un modo in cui si organizzano i lavori agricoli in maniera tale da praticare azioni rivolte a persone svantaggiate che divengono parte integrante del processo produttivo (è questo il caso delle attività di inserimento socio-lavorativo di cui alla lettera a). Più in generale, è utile rimarcare come i beneficiari dei servizi dell’agricoltura sociale (anziani, disabili, bambini, adulti con varie tipologie di disagio) non sono accolti in una logica di mera assistenza, ma al contrario in una logica di costruzione di percorsi di giustizia sociale il cui obiettivo è, attraverso l’agricoltura, favorirne l’integrazione nella società, come soggetti attivi, portatori di capacità, diritti e doveri nei confronti delle comunità in cui risiedono. |
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