il Punto Coldiretti

Al Forum Coldiretti agricoltura regina tra i big della politica e dell’economia

Il cibo non più trattato come merce, una forte sensibilità ambientale e solidarietà. E’ questa la foto dell’agricoltura italiana scattata nella due giorni del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’agroalimentare di Cernobbio che ha visto la partecipazione, accanto ai vertici della Coldiretti , il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, della ministra delle Politiche agricole, alimentare e forestale Teresa Bellanova, e di esponenti di spicco della politica, dell’economia e dell’industria, dall’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, all’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, dall’amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi, Federico Vecchioni, a Davide Casaleggio, presidente della Casaleggio Associati, dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia all’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli. In primo piano le misure della nuova legge di bilancio. Oltre al gasolio agricolo la ministra delle Politiche agricole ha anche annunciato che si sta lavorando per ottenere anche la conferma della cancellazione dell’ Irpef agli agricoltoriche è stata introdotta in via sperimentale e scade quest’anno.

Al centro dei lavori l’etichettatura obbligatoria del cibo (oltre 1 milione di firme sono state consegnate al premier che si è impegnato a portarle a Bruxelles a sostegno del progetto per la trasparenza di Coldiretti), l’ambiente e la solidarietà. con la firma dell’accordo di Coldiretti, Eni, Bonifiche Ferraresi e Consorzi Agrari per realizzare progetti di filiera in Africa ed esportare il modello italiano della riforma agraria. In primo piano le misure della nuova legge di bilancio. Oltre al gasolio agricolo la ministra delle Politiche agricole ha anche annunciato che si sta lavorando per ottenere anche la conferma della cancellazione dell’ Irpef agli agricoltoriche è stata introdotta in via sperimentale e scade quest’anno.

Il presidente Prandini ha sottolineato lo spirito positivo delle misure ambientale e ancora una volta ha affermato che l’aver mantenuto il trattamento agevolato per il gasolio agricolo comporta un beneficio molto più ampio per la causa della tutela ambientale. Quanto alla discussione legata a nuovi modelli come la vendita dei prodotti sfusi ha invitato a fare attenzione allo spreco del cibo.
Ha ricordato come l’agricoltura sia il settore che più combatte l’inquinamento così come è in prima linea per il rispetto del benessere animale.

La green economy- ha spiegato Prandini – è una sfida e un’opportunità, ma non possiamo accettare che vengano favorite le produzioni che arrivano da Paesi dove non c’è alcun impegno sul fronte della sicurezza alimentare e né su quella ambientale con uso di fitofarmaci e di sostenibilità sociale. Il riferimento è agli ultimi accordi, a cominciare dal Mercosur che apre alle importazioni di carni dal Brasile ( 99mila tonnellate di carne bovina e 650mila di quelle avicole) il paese dove si sono registrati scandali alimentari. Ma la denuncia riguarda anche il rispetto dei diritti umani. Occorre sapere con esattezza quanti prodotti importati arrivano dal Brasile dove non vengono rispettate le regole sul benessere animale o dalla Turchia dove per raccogliere le nocciole i bambini vengono addirittura bastonati.

Prandini ha anche affrontato la questione delle energie rinnovabili spiegando quello che va bene e quello che invece non fa bene all’agricoltura.
La Coldiretti è favorevole al biogas e al biometano, ma boccia tutte quelle forme che sfruttano il suolo sottraendolo all’agricoltura come, per esempio, i pannelli fotovoltaici a terra.
In primo piano la valorizzazione del cibo che non va trattato come semplice merce. Un’azione di conoscenza legata all’alimentazione- ha aggiunto il presidente di Coldiretti- diventa parte integrante della prevenzione.

E infine il libero scambio: siamo favorevoli all’internazionalizzazione, ma bisogna difendere quello che distingue il made in Italy. Ancora una volta nel mirino è finito il Ceta, l’accordo di libero scambio Canada-Ue. Prandini ha sottolineato che con la possibilità data al Paese di continuare a produrre il Parmesan si rischia una perdita del 30% delle vendite di vero Parmigiano Reggiano anche in altri paesi. Sui dazi poi, che dovrebbero scattare il 18 ottobre, è necessario che la Ue metta in atto un meccanismo di sostegno a favore dei settori penalizzati sul modello di quanto è stato fatto dalla Cina che ha annullato così l’effetto delle “tasse”. Negli Stati Uniti, infatti, che rappresentano un mercato significativo per il made in Italy agroalimentare, si rischia di sostenere la crescita dei falsi che potrebbero aumentare dagli attuali 19 miliardi ( il valore dell’italian sounding) a 24 miliardi.

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