il Punto Coldiretti

Coronavirus: raccolti a rischio senza stagionali, al via piano salva export

Con il blocco delle frontiere è a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, con l’inizio delle campagne di lavorazione delle primizie, dagli asparagi alle fragole, nel sottolineare gli effetti disastrosi della chiusura dei confini anche verso l’Europa dell’est da dove vengono la maggioranza dei braccianti agricoli. “Occorre subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza coronavirus da alcuni Paesi europei, dalla Romania alla Polonia fino alla Bulgaria” chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Occorre intervenire al più presto per sopperire alla mancanza di manodopera stagionale e non pregiudicare le fornitura di generi alimentari a negozi e supermercati rimasti aperti come previsto dall’ultimo provvedimento del Governo. Una emergenza esplosa in un inverno caldo che ha fatto partire in anticipo al raccolta a marzo con le primizie e continuerà d’estate con la frutta come pesche, albicocche e susine per finire a ottobre con la vendemmia.

Intanto gli agriturismi della Coldiretti hanno disposto volontariamente la chiusura per aderire alla campagna #iorestoacasa. Verranno comunque garantite consegne a domicilio con iniziative di sostegno alle fasce più deboli della popolazione in alcune realtà come il servizio “Caro nonno ti cibo!” rivolto agli anziani che offre la possibilità di prenotare e ritirare i piatti pronti della tradizione contadina, già caldi e confezionati in un apposito packaging salva freschezza.

Importante nelle grandi città e nei centri minori è il ruolo dei mercato degli agricoltori di Campagna Amica che garantiscono gli approvvigionamenti alimentari e mantengono vivo il tessuto produttivo locale con l’offerta dei prodotti del territorio a chilometri zero. Ma si lavora anche per sostenere le esportazioni in un difficile momento di chiusura delle frontiere. Alla Farnesina si è tenuto un incontro per la campagna di comunicazione strategica a sostegno del settore agroalimentare nel Piano Straordinario 2020 per la Promozione del Made in Italy.

Una azienda su due (53%) che esporta nell’agroalimentare ha ricevuto disdette negli ordini dall’estero secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. La campagna è dunque necessaria per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale che ha portato alcuni Paesi a richiedere addirittura insensate certificazioni sanitarie “virus free” su merci alimentari provenienti dalla Lombardia e dal Veneto

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