il Punto Coldiretti

Di Maio: no al Ceta e aiuti alle Pmi agricole

E’ in corso una guerra contro il made in Italy agroalimentare e il Governo è pronto a combatterla. Lo ha assicurato il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e Lavoro, Luigi Di Maio, intervenendo alla seconda giornata del Villaggio Coldiretti a Roma. Di Maio ha promesso che non passerà l’accordo Ceta se non saranno eliminate quelle norme che penalizzano l’agricoltura. E ha aggiunto “il saldo positivo della bilancia commerciale non significa nulla”. Senza il via libera degli agricoltori l’accordo con il Canada non sarà ratificato.  Così come ha attaccato tutte le altre iniziative, dai semafori alle etichette proposte dall’Oms, che si muovono contro la dieta mediterranea.

Di Maio ha esaltato il valore dell’agroalimentare come ambasciatore nel mondo e a questo proposito ha annunciato che nelle prossime settimane sarà nominato il nuovo presidente dell’Ice che sancirà il nuovo corso anche per la promozione del cibo italiano. Cambio di passo anche sul piano degli aiuti: finora- ha detto – sono state premiate le grandi imprese, ora si virerà sulle medie e piccole. Non servono soldi aggiuntivi – ha aggiunto – gli stessi soldi andranno ai piccoli e quindi anche alle aziende agricole.

“Questo è un governo amico – ha aggiunto Di Maio -, facciamo la lista della spesa e cominciamo a fare le cose insieme”.  Il vicepremier ha poi firmato la raccolta delle firme per la petizione europea per fermare il cibo falso.

A Di Maio il segretario generale della Coldiretti Gesmundo ha ricordato l’urgenza della progettazione perché finora non si è mai pensato alle generazioni che venivano dopo.

La Coldiretti ha avviato una strategia progettuale per esempio con l’accordo di filiera con Cremonini  per la carne 100% italiana che prevede  500mila bovini  nati, allevati e macellati nel nostro Paese. Un progetto destinato a cambiare la storia del tessuto sociale perchè con  25mila stalle, soprattutto al Sud, e la creazione di 50-60mila nuovi posti di lavoro si potrà dare un contributo al ripopolamento dei piccoli comuni. E si potrà anche offrire una opportunità  di inclusione per gli immigrati.

Gesmundo ha anche chiesto il supporto del governo per la realizzazione del progetto Coldiretti-Anbi-Terna per la costruzione di 10mila laghetti nelle zone di media montagna finalizzati a raccogliere l’acqua piovana e destinarla a  dissetare i cittadini, l’agricoltura e anche l’industria. Un progetto importante che non può correre il rischio di essere bloccato da qualche regione  che si oppone ai nuovi laghetti.

Ma soprattutto è l’etichetta con l’obbligo di indicazione dell’origine la priorità per la Coldiretti che la considera il “reddito di cittadinanza” degli agricoltori.

Per il presidente Moncalvo le parole d’ordine sono difendere e promuovere. Difendere il made in Italy dai semafori, dai tentativi dell’Onu  di fornire indicazioni che danneggiano i consumatori e dagli accordi che svendono la nostra agricoltura “un modo perverso di concepire gli accordi internazionali”. Moncalvo ha anche sollecitato la rapida approvazione  della legge che rivede i reati agroalimentari. Per perseguire la legalità servono nuove regole e la  grande sfida – ha concluso- è distinguere i cibi buoni dai cattivi.

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