il Punto Coldiretti

Difesa del Made in Italy: Prandini, investire su trasporti e ricerca

Il rilancio del made in Italy agroalimentare deve partire da un adeguamento del sistema infrastrutturale e dalla ricerca per consentire ai produttori italiani di competere con i competitori europei a partire dagli agricoltori spagnoli e accrescere così l’export del made in Italy. E’ la ricetta illustrata dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in occasione dell’incontro promosso da Eureca “Idee per l’Italia e l’Europa” su “La difesa del made in Italy” al quale hanno partecipato il sottosegretario Mipaaf, Gian Marco Centinaio, Donatella Visconti, vice presidente Eureca, Giulio Terzi di Sant’Agata ambasciatore e Maria Spena vice presidente della Commissione agricoltura della Camera.

Prandini ha affermato, in particolare, che è necessario investire sulle autostrade del mare. Nei porti italiani arrivano infatti – ha spiegato il presidente della Coldiretti – navi medio piccole che comportano la moltiplicazione dei costi. “Occorre creare le condizioni – ha sottolineato – per consentire l’accesso alle cosiddette navi madre. In questo modo si potranno ridurre i costi dei container e accrescere la competitività delle produzioni nazionali. L’Italia ha infatti molte opportunità inespresse. L’export agroalimentare nel 2020 è aumentato dell’1,4%, ma in Spagna è cresciuto quattro volte di più.

Per questo occorre mutuare i modelli degli altri. Da qui la richiesta di puntare sui trasporti marittimi, ma anche sul trasporto su rotaia perché l’alta velocità deve interessare le merci. In un sistema di connessione aeroportuale. L’aspetto positivo è che, nonostante le inefficienze, l’export agroalimentare ha superato i 46 miliardi. Per Prandini dunque con i progetti del Recovery Plan è possibile anche recuperare gli spazi che oggi sono occupati dai 100 miliardi di italian sounding. L’agroalimentare ha mostrato in questo periodo di pandemia una grande capacità di resistenza, ma – ha ricordato il presidente della Coldiretti – le nostre imprese come tutte le altre attività hanno sofferto, in particolare quelle del settore vitivinicolo.

Per questo vanno sostenute tutte, dalle piccolissime alle grandi aziende. Occorre anche intervenire per creare un terreno favorevole al sistema, dalla ricerca alla formazione. Non bisogna più ragionare nel breve, ma, secondo Prandini “è necessario costruire in termini di traiettorie di futuro ampie facendo rete e sistema”.

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