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Divulga: i trasporti inefficienti costano 13 mld all’anno alle aziende

L’Italia, Paese di navigatori, è al 18° posto nella classifica europea delle infrastrutture portuali, sorpassata anche da Malta. E’ uno dei gap dell’”Infrastruttura Italia” che contribuisce alla bolletta di 13 miliardi che il sistema Paese deve pagare ogni anno alle inefficienze logistiche. Lo rileva un’analisi del Centro Studi Divulga che ha tracciato una radiografia dettagliata dell’attuale situazione dei trasporti stradali, ferroviari, aerei e via mare. Per quanto riguarda quest’ultima modalità lo studio evidenzia come l’Italia occupi un posto di rilievo nella portualità dell’Unione europea, ma a tale posizione non corrispondono investimenti adeguati.

E così lo Stivale può vantare un solo porto, Trieste, nella top ten europea. E soprattutto sono mancati investimenti finalizzati all’innovazione delle strutture portuali e consentire così l’accesso nei porti italiani alle grandi navi in grado di trasportare fino a 18mila container che – spiega Divulga- se caricati sui camion formerebbero un serpentone di circa 440 chilometri, la distanza tra Rotterdam e Parigi.

E nonostante quello portuale sia il secondo vettore delle esportazioni italiane (dopo il trasporto su terra) all’ammodernamento dei porti nel periodo 2013/2017 è stato destinato solo il 2% degli investimenti in logistica contro il 14% dei Paesi avanzati. L’Italia dunque è rimasta indietro e rischia di perdere ancora posizioni se non attiverà subito un deciso cambio di passo. Tenendo anche conto che le potenzialità ci sono: la Commissione europea ha infatti stimato un balzo del 50% entro il 2030 del trasporto marittimo con la creazione fino a 165mila di nuovi posti di lavoro.

L’Italia ha poi la conformazione naturale per diventare il pontile d’Europa. Favorita non solo dalla posizione strategica al centro del Mediterraneo, ma anche dalle maree che non penalizzano i porti nazionali con oscillazione che in alcune strutture del Nord Europa arrivano a 8 metri.

L’occasione da non perdere è dunque il Piano di ripresa e resilienza che tra l’altro destina 800 milioni per lo sviluppo della logistica per il settore agroalimentare. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, da tempo sta insistendo sulla necessità di potenziare le autostrade del mare. Nei porti italiani – ha spiegato -arrivano navi medio piccole che comportano la moltiplicazione dei costi. Occorre pertanto creare le condizioni per consentire l’accesso alle cosiddette navi madre. In questo modo si potranno ridurre i costi dei container e accrescere la competitività delle produzioni nazionali. L’Italia ha infatti molte opportunità inespresse.

L’export agroalimentare nel 2020 è aumentato dell’1,4%, ma in Spagna è cresciuto quattro volte di più. Da qui la richiesta di puntare sui trasporti marittimi insieme con gli investimenti sull’alta velocità anche per le merci in un sistema di un sistema di connessione aeroportuale.

 

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