In 700mila al Villaggio Coldiretti con Salvini e Di Maio
Impegno a cancellare il segreto di Stato sull’import di prodotti agricoli destinati alla trasformazione, pressing su Bruxelles per l’etichettatura con l’indicazione dell’origine, opposizione agli accordi di libero scambio che penalizzano il made in Italy, tutela degli allevamenti dagli attacchi di orsi, lupi e cinghiali, sostegno a una politica delle infrastrutture che riduca il gap dell’Italia con i competitor europei, spazio all’educazione alimentare nelle scuole. Sono le prime risposte sui numerosi temi posti dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e incassate in diretta dalla nutrita pattuglia di politici intervenuta alla tre giorni del Villaggio a Milano, che ha visto la presenza di oltre settecentomila persone. Hanno partecipato, infatti, assieme al segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, il vice premier e ministro degli Interni Matteo Salvini, il vice premier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio, i ministri delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio e dell’Istruzione Marco Bussetti, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti (governatore del Lazio), il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, il presidente dei deputati di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Fabio Rolfi, e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala oltre a numerosi amministratori locali e manager di aziende private e pubbliche. Di Maio ha annunciato che il 18 luglio, in un tavolo al ministero della Salute, si dovrebbero sciogliere i nodi che hanno impedito la piena applicazione di una sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto la richiesta della Coldiretti di desecretare la provenienza e la destinazione dei flussi di importazione per permettere ai consumatori di conoscere e scegliere consapevolmente il cibo che portano in tavola. Difesa a oltranza del prodotto italiano è stato garantito da Salvini: “se trovo frutta e verdura straniere le lascio sugli scaffali, perché anche la spesa è un atto politico”. Sugli accordi di libero scambio ha assicurato: ”li sottoscriviamo solo se utili”. Intanto Di Maio ha ribadito il no al Ceta. Centinaio ha annunciato che la settimana prossima si metterà mano con i tecnici di Bruxelles alla partita della etichetta trasparente. |
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