il Punto Coldiretti

In 800mila al Villaggio Coldiretti per sostenere l’agricoltura italiana contro l’aumento record dei costi

“Una festa del Popolo” così sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha definito il Villaggio della Coldiretti che per tre giorni ha animato il centro di Milano con la presenza di oltre 40mila imprenditori agricoli e circa 800mila visitatori.

Una “festa del popolo” che per tre giorni ha reso il Villaggio in giallo la capitale dell’agroalimentare italiano alle prese con una delle crisi più drammatiche mai affrontate. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo hanno messo sul tavolo tutte le criticità del settore, il caro bollette in primis, ma non solo. La filiere made in Italy sono certamente piegate soprattutto da costi stellari (fino a +500% per elettricità e gas), ma anche da fertilizzanti, mangimi e tutti i fattori della produzione come vetro, carta e plastica.

Ma è aperto anche il fronte dell’Unione europea dove si stanno mettendo in campo politiche che sembrano disegnate su misura per mettere in difficoltà le eccellenze italiane. Il Nutriscore, la direttiva sui fitosanitari che porterebbe a un drastico taglio della produzione nazionale, l’equiparazione delle stalle alle ciminiere e poi ancora il vino demonizzato e soprattutto i prodotti alimentari creati in laboratorio come la carne finta o il latte, senza dimenticare gli insetti nel piatto sdoganati da Bruxelles (e protagonisti al Villaggio alla prima mostra degli orrori a tavoli allestita).

La kermesse è partita con la manifestazione dei giovani agricoltori che rappresentano il futuro del settore e che dunque incarnano al meglio la devastazione di questa crisi che parte dall’impennata della bolletta energetica. e dai super costi delle materie prime. Ai giovani dunque è stato affidato il compito di denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa dell’esplosione dei costi di produzione e della crisi nei consumi scatenate dalla guerra in Ucraina. I cartelli sbandierati dalle centinaia di under 35 capitanati dalla delegata nazionale, Veronica Barbati, esprimevano in modo colorito, ma efficace il disagio delle imprese.

“Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Queste alcune delle denunce. E alcuni sbandieravano le bollette monstre con rincari fino al +500%. Ma non solo protesta. I giovani hanno anche presentato le loro produzioni, eccellenze alimentari che non possono essere messe al tappeto travolte dalla crisi.

Perché il Villaggio è stato anche un’occasione per presentare ai consumatori il meglio del Made in Italy, il modo migliore per una comunicazione diretta del meglio della Dieta mediterranea. Perché alla protesta come è nella tradizione della Coldiretti si affiancano proposte e quelle dei giovani sono particolarmente ascoltate: rappresentano infatti le aziende più strutturate ed efficienti, lo zoccolo duro dell’agricoltura del futuro.

Al Villaggio sono arrivate le prime risposte dei rappresentanti del Governo che verrà. Sono infatti intervenuti Giorgia Meloni, presidente del Consiglio in pectore, Matteo Salvini, Antonio Tajani, ma anche tanti politici nazionali e regionali.

Il presidente della Coldiretti che ha aperto la tre giorni lanciando nel suo intervento alla manifestazione dei giovani un nuovo grido d’allarme sull’esplosione dei costi energetici. “Abbiamo chiesto al Governo – ha dichiarato Prandini – di dare risposte ai bisogni delle nostre imprese, ma finora non si è vista alcuna risposta”. E così si avvantaggiano paesi come l’Olanda per le speculazioni, mentre altri partner Ue come la Germania in assenza del tetto sul gas hanno stanziato 200 miliardi per ristorare imprese e cittadini.

L’Italia viene dunque danneggiata dalla concorrenza sleale e il primo effetto è l’aumento delle importazioni che hanno già raggiunto il +30%. “Torniamo dunque a chiedere – ha ribadito Prandini – interventi urgenti sulla bolletta energetica e sul fronte estero reciprocità perché siamo favorevoli al libero scambio, ma se le nostre imprese rispettano le regole non è possibile che poi i nostri agricoltori devono far fronte all’invasione di prodotti da mercati come la Turchia e la Tunisia dove i costi e le modalità produttive non sono come quelle italiane”.

E al segretario della Lega, Matteo Salvini, ha lanciato subito la prima sfida: “trasformare il Mipaaf del ministero della Sovranità agroalimentare” per pianificare i bisogni delle imprese e creare le condizioni per dare un futuro ai giovani che devono poter contare su una giusta e corretta remunerazione.
Salvini ha sposato tutte le rivendicazioni di Coldiretti sulla tutela del Made in Italy vorrei che i nostri figli mangiassero cibi sani, il latte senza vacche e la carne finta se la mangiassero a Bruxelles. In ballo ci sono migliaia di posti di lavoro, il settore ha creato più lavoro che in altri. Sono a rischio circa 100mila aziende e se chiudono non c’è la cig né per le vacche, né per i lavoratori” e a questo proposito Salvini ha anche rilanciato sui voucher.

E comunque ha assicurato che il nuovo Governo manterrà gli impegni presi. Sui ministeri “A me ne sono stati attribuiti nove” ha detto che la Lega si è già occupata di agricoltura con Zaia e Centinaio e tra le priorità del partito – ha dichiarato “ c’è la tutela dell’agricoltura”. E ha condiviso anche l’idea lanciata da Prandini di un ministero del Sovranismo agroalimentare.

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