il Punto Coldiretti

Infrastrutture, qualità e sicurezza: il progetto Coldiretti per il rilancio dell’Italia

Nella giornata della firma dello storico accordo del Recovery Fund, la Coldiretti ha dimostrato ancora una volta la capacità di essere in prima linea non solo sulle questioni agricole, ma sulle più importanti problematiche del momento su cui si giocherà il futuro del Paese. L’agricoltura d’altra parte ha dimostrato il suo valore strategico nell’emergenza Covid 19. Dopo aver fornito il suo contributo agli Stati generali dell’economia, in occasione dell’assemblea dei dirigenti che si è svolta a Roma il 21 luglio scorso, alla presenza di tre ministri, del direttore dell’Ismea, Raffaele Borriello, dell’europarlamentare Paolo De Castro, del direttore dell’Agea, Gabriele Papa Pagliardini, del consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, e del segretario generale dell’organizzazione Vincenzo Gesmundo, il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha presentato il pacchetto di proposte per il rilancio economico e per un cambio di passo a 360 gradi.

Al centro i capisaldi della strategia Coldiretti e cioè sviluppo sostenibile, solidarietà, innovazione e soprattutto trasparenza. Nei confronti dei propri soci, ma anche dei consumatori perno delle politiche associative ormai da più di 20 anni. E infatti l’assemblea si è aperta con la firma in diretta dei ministri delle Politiche agricole, Teresa Bellanova e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli (il ministro della Salute, Roberto Speranza firmatario del provvedimento è intervenuto più tardi) del decreto interministeriale con l’obbligo di indicazione dell’origine per tutti i prodotti della salumeria made in Italy.

Un altro tassello che compone quel puzzle costruito negli anni grazie al pressing dell’organizzazione e che sarà completato quando l’etichetta super trasparente sarà su tutti i prodotti alimentari.

Qualità e sicurezza sono assi rilevanti di un progetto Paese di ampio respiro. Proprio in vista delle nuove risorse finanziarie assegnate all’Italia, Prandini ha sostenuto che ci sono le condizioni economiche per realizzare un progetto strategico per il futuro. Prioritario è superare il gap dei trasporti che oggi rappresenta un ostacolo all’export con un deficit di competitività dell’Italia nei confronti di competitor come la Spagna e la Francia soprattutto per quanto riguarda l’ortofrutta. Occorre creare una rete di collegamenti connessa con i porti – ha spiegato Prandini – perché bisogna valorizzare le autostrade marittime affinché si possano far viaggiare i prodotti anche dell’ultimo Comune del Sud. Ma occorre anche investire sulla digitalizzazione perché oggi bisogna fare i conti con un altro player oltre alla Gdo, le vendite dirette. E l’Italia, che ha i migliori prodotti agroalimentari del mondo, non può perdere la competizione.

Il presidente ha chiesto anche di rafforzare Agricoltura 4.0 che, già grazie al lavoro fatto da Coldiretti con il Governo, da progetto spot si è trasformato in intervento pluriennale perché durerà fino al 2023 e sarà un’opportunità per tutte le aziende agricole. Sul fronte delle infrastrutture la Coldiretti ha lanciato un suo progetto immediatamente cantierabile che riguarda una risorsa primaria, l’acqua fondamentale non solo per l’agricoltura, ma per tutti i settori economici e dunque per il sistema-Paese. Si tratta di un piano per la realizzazione di mille bacini di accumulo progettato con Terna, Snam e Università e finalizzato a frenare la dispersione di acqua piovana che oggi si perde per il 90%, garantendo così approvvigionamenti alle campagne e a tutti i cittadini, ma anche a fornire energia pulita nell’ottica di quell’economia circolare entrata ormai nelle linee guida italiane ed europee. Un intervento di grande interesse per le aree interne e del Mezzogiorno in grado di coinvolgere edilizia, industria e di creare nuovi posti di lavoro e dunque con le carte in regola per rientrare nel Recovery plan italiano. Prandini ha anche parlato di un piano strategico per la zootecnia che punti a una maggiore sostenibilità e distintività perché “questo è il nostro modello produttivo”. Fondamentale la collaborazione con l’industria come dimostra la costituzione di Filiera Italia. La linea, secondo Prandini, è quella dei contratti di filiera pluriennali per programmare gli investimenti e assicurare prezzi giusti all’agricoltore. Massima attenzione poi alle fasce più deboli soprattutto in vista dell’emergenza economica attesa in autunno che aumenterà l’esercito dei poveri. Per questo Prandini ha chiesto di rafforzare il fondo indigenti passando dagli attuali 300 milioni a un miliardo. E infine la proposta di valorizzazione dei fabbricati rurali con l’estensione del bonus 110%.

Ma soprattutto la richiesta di tagliare la burocrazia per spendere bene e subito i nuovi finanziamenti. Una linea condivisa da Bellanova, Patuanelli e Speranza che hanno sottolineato le grandi opportunità che si aprono per realizzare investimenti attesi da anni, sottolineando l’impegno del ghoverno a sostenere le imprese e creare nuove opportunità di lavoro.

Anche sul fronte caro alla Coldiretti dell’etichettatura i tre ministri si sono espressi in assoluta sintonia sottolineando la necessità di dare tutte le garanzie al consumatore su quello che porta in tavola. Etichetta dunque grande sfida a Roma, come a Bruxelles. Ora la Coldiretti chiede maggiore coraggio anche sulla trasparenza dei flussi di importazione anche alla luce dei problemi sanitari per sapere quale materia prima arriva, da dove e soprattutto dove va e da chi viene trasformata. Il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, l’ha definita la madre di tutte le battaglie, perché ha evidenziato i rischi che potrebbero derivare lasciando in vigore il codice doganale che consente di italianizzare i prodotti per i quali è avvenuta nel nostro Paese l’ultima lavorazione sostanziale. Ma questo – ha detto Gesmundo – va bene per i tessuti non per i cibi e ha dato atto a Speranza di essere stato il primo ad aver accolto la richiesta della Coldiretti e di aver fornito l’elenco delle importazioni. Il passo successivo per Coldiretti deve essere una legge ad hoc che consenta di visionare sul monitor provenienza e destinazione finale delle merci che varcano le nostre frontiere.

Il ministro della Salute ha assicurato che “la trasparenza è nel nostra macro disegno. E’ inaccettabile – ha aggiunto- che il consumatore non sia informato in modo corretto”.

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