il Punto Coldiretti

La Corte Ue boccia la clausola di salvaguardia sul riso, torna l’import selvaggio

La sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha annullato la clausola di salvaguardia e la reintroduzione dei dazi alle importazioni di riso indica da Cambogia e Mynamar da parte della Commissione Europea mette in serio pericolo le risaie Made in Italy ma evidenzia anche i danni che un regolamento Europeo può fare alle produzioni risicole nazionali a causa della concorrenza sleale generata dalle importazioni da alcuni Paesi beneficiari del sistema delle preferenze tariffarie generalizzate (Spg).

Si conferma la necessità che il riso venga inserito tra i prodotti per i quali è prevista l’applicazione della revoca delle preferenze tariffarie per quei Paesi che non rispettano i diritti umani, con un meccanismo di salvaguardia automatica senza compromessi da ricomprendere nel nuovo Regolamento Spg che andrà in vigore prossimamente.

Ad oggi nella campagna di commercializzazione 2022/23 sono entrati a dazio zero dalla Cambogia e dal Mynamar rispettivamente il 45% e l’80% di riso in più, nonostante le gravi violazioni sui diritti umani di cui questi paesi sono responsabili.

A generare un ulteriore allarme sono poi le prospettive di mercato: nello specifico in Italia ad oggi, nell’attuale campagna di commercializzazione, sono entrate circa 70.000 tonnellate di risone di cui circa 50.000 in esenzione di dazio. Stiamo parlando del 70% in più rispetto alla campagna precedente alla stessa data.

Questo scenario si innesta tra l’altro in un momento di grave difficoltà per le imprese del settore derivanti sia dal conflitto tra Russia e Ucraina, sia dalla crisi climatica in atto che, in particolare con la siccità, ha generato ingenti danni. La produzione nel 2022 è crollata di oltre il 30% e fra Piemonte e Lombardia, dove si concentra la produzione risicola nazionale, si stimano oltre 20.000 ettari di risaie con produzione completamente compromessa.

E se guardiamo gli indicatori idrici emerge che allo stato attuale, la situazione è purtroppo molto simile allo scenario dello scorso anno.

Pertanto sulle nuove semine che si avvieranno fra qualche mese e che in questi giorni si stanno programmando, oltre all’incertezza climatica, rimane la grande incognita sul sistema normativo Europeo, nel quale il riso spesso e volentieri viene sacrificato sull’altare di scambi commerciali che non tengono conto dell’importanza di un settore strategico per la nostra filiera agroalimentare.

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