il Punto Coldiretti

La zappa sui piedi

Il cibo sintetico? La solita Coldiretti che vede fantasmi.  La carne sintetica è un falso problema. Quello vero è la geopolitica del cibo e come si indirizza l’industria nazionale. Questo sostiene un’organizzazione agricola che tra i suoi compiti “dovrebbe” avere quello di tutelare i suoi soci. Cioè gli agricoltori. Invece, pur di assumere una posizione originale,  rischia di andare contro gli interessi di chi  vive producendo beni agricoli. Prodotti veri, frutto di lavoro, investimenti, innovazioni, non carne, formaggi, latte e pesce realizzati in un bioreattore con tanto uso di chimica.   In fondo il copione si ripete. La Coldiretti ha un torto: prevedere con largo anticipo (troppo)  rispetto ai tempi dell’agricoltura  quello che può provocare guasti irreversibili alle filiere. Menti visionarie? Forse. Poi però alla prova dei fatti, le idee visionarie  diventano patrimonio di tutti. Sembra un’altra era quando la Coldiretti scopriva  e denunciava che i salumi, con tanto di marchio italiano, in realtà erano realizzati con carne estera, attentando ai santuari della salumeria nazionale. O quando sempre la “solita” Coldiretti inneggiava al grano duro nazionale per la pasta, vanto della cucina tricolore. Tutti contro ovviamente.  Con una spiegazione che gridava vendetta e cioè che il grano italiano non rispondeva ai requisiti richiesti dall’industria.  In questo modo  rilevando di fatto l’incapacità dei propri agricoltori.  Come darsi da soli la zappa sui piedi.

E sul Km0?  Impossibile, secondo i soloni. Perché l’Italia la sua sfida- dicevano – la deve giocare sulle commodity. Buttando a mare tutto il patrimonio di distintività e biodiversità  che gli splendidi territori sanno dare.  Poi è arrivata la pandemia e dopo ancora la guerra. E allora le teorie dei “visionari” sono diventate idee di tutti. La pasta? Assolutamente di grano italiano. E via le pubblicità a raffica, anche di  quelle industrie che avevano deriso le teorie di Coldiretti, per propagandare il 100% italiano. Un Made in Italy oggi esaltato da tutti e per tutti i prodotti, dalle carni di pollo ai biscotti. Con la carne finta e con tutti i prodotti in laboratorio sembra di leggere vecchie frasi.  Certo è più facile schierarsi con i potenti, con le multinazionali spostando il problema sulla geopolitica che ci sta sempre bene e fa il suo effetto nei salotti.

E ancora una volta tocca a Coldiretti  denunciare e cercare di fermare il fenomeno. Con la raccolta delle firme che continuano ad aumentare, ma anche accendendo i riflettori su quella che rischia di essere la nuova emergenza alimentare globale. Solo grazie a Coldiretti

il tema ha conquistato le pagine dei giornali importanti e i servizi televisivi.  D’altra parte è da più di due anni che la maggiore organizzazione agricola europea  ha scoperto  che i big dell’hi tech e della farmaceutica stavano investendo miliardi non di euro, ma di dollari nelle fabbriche del cibo in provetta. Una denuncia isolata,  nell’assordante silenzio di tutto quel mondo che dovrebbe avere a cuore le sorti delle eccellenze nazionali, di  quella Dieta Mediterranea, vanto del Bel Paese, premiata anche dall’Unesco.

E ora scopriamo che il problema cibo finto non esiste.  Poi in un attimo gli italiani si troveranno nel piatto bistecche di laboratorio e latte super processato. Come per  gli insetti. Con buona pace degli agricoltori. E’ la geopolitica, bellezza!

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