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L’agricoltura italiana è la più green d’Europa ma la Coop lo sa?

L’agricoltura italiana è la più green d’Europa ma evidentemente alla Coop non lo sanno. Lo dimostra lo spot realizzato per la nuova campagna promozionale del colosso cooperativo, dal titolo “Una buona spesa può cambiare il mondo”, con protagonista un piccolo carrello che si aggira per il globo raddrizzando torti, dalle campagne ai mari, fino al Polo Nord.

L’idea di agricoltura che emerge dalle immagini è, a voler essere buoni, parecchio datata (il caso dei polli liberati dal capannone), se non totalmente di fantasia, almeno se si considerano i confini nazionali. Mostrare agricoltori con scafandri e maschere antigas che irrorano i terreni con litri e litri di sostanze chimiche significa non avere la minima idea di cosa accada realmente nelle nostre campagne, che da anni hanno il primato mondiale per sicurezza delle coltivazioni.

Giova, infatti, ricordare che la percentuale di prodotti agroalimentari italiani con presenza di residui chimici irregolari è di appena lo 0,8%, quota inferiore di 1,6 volte alla media dell’Unione Europea (1,3%) e ben 7 volte a quella dei Paesi extracomunitari (5,5%).

Cara Coop, la buona spesa potrà cambiare davvero il mondo se nel carrello metteremo meno pomodori del Magreb o nocciole dalla Turchia, meno triplo concentrato di pomodoro cinese e pasta al glifosato, meno carne brasiliana o canadese, meno finte mozzarelle fatte con cagliate ucraine.

Se dagli scaffali della grande distribuzione scompariranno i troppi prodotti rastrellati in tutto il pianeta ottenuti dallo sfruttamento del lavoro, anche dei bambini, e dell’ambiente, dall’utilizzo di sostanza chimiche e mangimi animali da noi vietati da decenni, che arrivano sulle nostre tavole favoriti dalla mancanza di trasparenza sull’origine degli alimenti e dalle politiche commerciali di quella parte della Gdo che punta sull’acquisto di prodotti dall’estero per aumentare i margini di guadagno.

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