Miele dalla Cina, il Parlamento Ue chiede più controlli
Rafforzare l’azione di contrasto contro il miele adulterato. Nella risoluzione del Parlamento Ue pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea del 5 aprile tra le tante indicazioni alla Commissione Ue (un maggior sostegno all’apicoltura sia nell’ambito dei contributi Pac che nella gestione del rischio tenuto conto del suo fondamentale ruolo nella difesa della biodiversità , promozione delle produzioni apistiche, ecc) una richiesta forte è quella della tutela del miele europeo. L’appello è lanciato agli Stati membri e alla Commissione affinché “garantiscano la piena conformità del miele importato e di altri prodotti apistici con le norme di alta qualità della Ue, contrastando così sia produttori dei paesi terzi che utilizzano metodi disonesti sia le aziende di confezionamento e distribuzione che mescolano consapevolmente il miele adulterato di importazione con miele della Ue”. Da qui l’invito a sviluppare metodi di analisi efficaci per scovare i casi di adulterazione del miele e a prevedere sanzioni più salate per chi non rispetta le regole. Per questo il Parlamento Ue , nella sua risoluzione, sottolinea la necessità che il miele sia sempre identificabile lungo la filiera alimentare con un rafforzamento dei requisiti di tracciabilità in grado di rispondere alla domanda del consumatore. Un’ attenzione particolare è riservata al miele importato dalla Cina con un quantitativo fortemente aumentato negli ultimi 15 anni e caratterizzato da un prezzo di acquisto inferiore ai reali costi di produzione nella Ue. L’Europarlamento denuncia la qualità scadente del prodotto cinese e chiede dunque alla Commissione di “cominciare a indagare sulle pratiche adottate da alcuni esportatori cinesi al fine di avviare eventualmente un procedimento antidumping”. |