Ortofrutta: respinto un container di melagrane tunisine avariate destinate a succhi
È stato respinto nei giorni scorsi un intero container di melagrane da succo, provenienti dalla Tunisia, per evidente stato di deterioramento e contaminazione parassitaria del prodotto. Si tratta della seconda partita di melagrane tunisine che viene respinta, quest’anno, nel porto di Palermo. Il 20 gennaio era già stato rifiutato un carico di melagrane di circa 25mila chilogrammi di prodotto, per la presenza diffusa di organismi nocivi. Le coltivazioni di melagrane in Italia sono aumentate di quasi dieci volte in 5 anni (+982%) e questo frutto, dopo aver rischiato di scomparire dalle nostra campagne, torna prepotentemente sulle tavole grazie alle proprietà salutistiche che lo classificano come un vero superfood. Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Lazio sono le regioni protagoniste di questo boom che tocca anche il nord, dalla Toscana all’Emilia-Romagna, dalle Marche al Veneto. La superficie coltivata in Italia è passata da 36 ettari del 2006, ai 114 ettari del 2014, ai 1234 ettari censiti dall’Istat nel 2019. La maggiore crescita nei consumi si registra sotto forma di spremute e di succhi. Per garantirsi un frutto italiano bisogna verificare sempre l’etichetta (obbligatoria) con l’origine che deve essere indicata sulla confezione o sui cartellini (obbligatori) del banco di vendita in negozi, bancarelle e supermercati, se i frutti sono commercializzati sfusi. Purtroppo non esiste ancora l’obbligo di etichettatura per il prodotto trasformato e l’aumento della domanda sta facendo crescere le importazioni da Paesi che spesso non riescono a garantire, come visto nei casi citati, standard di sicurezza adeguati. |