il Punto Coldiretti

Prandini alla Fiera di Montichiari: senza zootecnia l’agricoltura è a rischio default

Senza l’agroalimentare che vale 575 miliardi, il 25% del Pil e 4 milioni di occupati, l’Italia andrebbe in default e la zootecnia è uno dei pilastri del settore. Per la Coldiretti la difesa delle stalle italiane è una priorità. Un messaggio forte è stato lanciato in occasione della della Fiera agricola e Zootecnica di Montichiari, la più importante manifestazione italiana a livello internazionale dedicata all’allevamento, con la prima mostra sulle eccellenze casearie italiane a rischio scomparsa per raccontare la ricchezza del patrimonio di biodiversità italiana con razze antiche e in via di estinzione salvate dal lavoro delle famiglie di agricoltori e allevatori.

Oltre alla mostra momenti importanti sono stati i due convegni organizzati nella prima e nella seconda giornata, un’occasione per un confronto con politici e tecnici. Al convegno di apertura con il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e il segretario generale, Vincenzo Gesmundo, (il sindaco di Montichiari Marco Togni ha aperto i lavori), hanno animato il dibattito l’ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani al suo ultimo giorno di impegno goverativo, Tommaso Carioni dell’omonimo caseificio, Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas, Luca Buttazzoni del Crea e Roberto Weber, presidente di Ixe’. Il giorno sucessivo a parlare di carne sintetica con Prandini e Gesmundo c’erano Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia, Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato Filiera Italia, Gianluca Lelli, Ad Consorzi Agrari d’Italia, Felice Adinolfi, direttore del centro studi Divulga, Stefano Berni, direttore del Consorzio del Grana Padano.

Prandini ha spiegato che chi demonizza la zootecnia non sa di cosa si parla. Un settore chiave dell’agroalimentare che significa qualità di vita e corretta alimentazione tenendo conto che gli italiani sono tra i più longevi al mondo. La zootecnia poi è una fonte importante anche per le agroenergie per la produzione di biogas e biometano. Il presidente della Coldiretti ha ricordato che quando guidava la federazione di Brescia le battaglie erano tutte rivolte contro i reflui zootecnici. Il risultato? Non è amentata la sostenibilità e non è migliorata la qualità delle falde. Invece è chiaro che i reflui sono “un valore assoluto per i sistemi di coltivazione e dove non ci sono reflui c’è desertificazione”.

Per questo – ha sottolineato Prandini – serve un approfondimenti degli studi di carattere scientifico che possano dimostrato quello che ho affermato sui reflui. Ma soprattutto è necessario evitare le strumentalizzazioni dei comitati del no e dei finti ambientalisti. E poi un appello: ad avviare la programmazione per la produzione di energia per puntare all’autosufficienza energetica. Per quanto riguarda le energie rinnovabili il presidente della Coldiretti ha ribadito la necessità di superare il tema dell’autoconsumo e utilizzare tutte le coperture per dare un servizio all’intera collettività.

Prandini ha anche rilanciato l’emergenza acqua e ha evidenziato come quella depurata possa essere utilizzata anche per alcune forme di irrigazione. Ha ricordato che la Coldiretti, in tempi non sospetti, aveva messo in campo un progetto per la realizzazione dei bacini di accumulo per tornare a fare quello che si faceva negli Anni Settanta, quanto in montagna, in pianura e in colina si recuperava l’acqua, perché “senza acqua non c’è l’agricoltura, i danni di quest’anno per sei miliardi agli agricoltori non li risarcirà nessuno. Ma il danno arriverà anche ai consumatori, l’impennata dei prezzi non si potrà evitare. Ma è anche importante dare certezza agli agricoltori su un ritorno degli investimenti perché in caso contrario si indebolisce le potenzialità dell’agricoltura”.

Prandini, rivolgendosi a Cingolani che potrebbe ricoprire con il nuovo esecutivo un ruolo di consulente, ha detto di essere convinto di poterlo avere al fianco della Coldiretti per portare avanti le sfide sulle agroenergie nel quadro di una visione che lo stesso ex ministro ha definito strategica per l’Italia.

Il numero uno di Coldiretti ha rivendicato attenzione per il modello produttivo italiano anche nella battaglia contro il cibo sintetico. Con la concentrazione della ricchezza nella mani di dieci persone si rischia, infatti, un impatto devastante sul piano sociale. Per il nostro Paese potrebbero essere mesi in discussione anche gli equilibri politici e si potrebbe disperdere tutto quello che l’Italia ha saputo costruire. Salterebbe anche la realtà di imprese a carattere familiare che sono l’asse portante del sistema agricolo.

Ritornando sul tema della zootecnia, Prandini ha riaffermato come il settore sia una opportunità per la tenuta dell’ambiente e la crescita. Quanto alle difficoltà delle imprese agricole “ho provato – ha dichiarato – a forzare l’interpretazione per far entrare tutte le filiere tra le attività energivore. Una cosa nell’immediato però si può fare, se non entrare nelle energivore comunque ottenere l’equiparazione alle energivore, unica condizione per dare una risposta non solo ai nostri imprenditori ma anche ai consumatori che diversamente rischiano di non avere cibo a sufficienza”. Dare una risposta al mondo agricolo vuol dire dare una risposta all’intera collettività. Del cibo non si può fare a meno e per questo deve essere centrale nell’agenda politica.

Il segretario generale ha messo in particolare evidenza la tenacia degli agricoltori ( è stato proiettato un video di un’azienda al femminile di Piacenza che ha fatto degli scarti e delle emissioni delle stalle una opportunità realizzando anche una pompa di erogazione del metano per le auto) e la voglia di investire.

Le vere minacce – ha detto Gesmundo- arrivano da Bruxelles con le decretazioni messe in campo in particolare la direttiva che equipara le emissioni di una stalla con 150 vacche a una grande acciaieria.

Sempre dagli stessi uffici – ha aggiunto – sono venuti fuori direttive sui fitofarmaci che non permetterebbero più la coltivazione del mais.

Sull’onda del green dunque si punta a una miniaturizzazione dell’agricoltura che porta alla chiusura delle stalle. Per trasformare così l’Europa il giardino dell’umanità. Sta già avvenendo in Olanda. Ma Coldiretti ( Prandini, Gesmundo e Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia hanno incontrato recentemente i vertici della Commissione e del Parlamento Ue) ha chiarito che non si accontenterà di blande modifiche. “Siamo convinti che queste cose – ha ribadito il segretario generale di Coldiretti – tirano la volata ai cibi artificiali”.​ Ed è questa la grande battaglia su cui la maggiore organizzazione agricola europea è pronta a impegnarsi.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi