il Punto Coldiretti

Prandini: “Pac, non disperdere le risorse agricole”

“Non dobbiamo disperdere le risorse della Pac. Serve una semplificazione burocratica e una maggiore capacità di spesa. O viene garantito il pieno impiego dei fondi del Psr oppure meglio un Piano agricolo nazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel suo intervento alla presentazione on line dell’ultimo quaderno di Coldiretti dedicato a “L’evoluzione della Pac tra il Green deal e l’emergenza Covid-19″ (scarica il quaderno)”, il quarto della serie “Dove sta andando la Pac”.

Il convegno è stato aperto dal segretario generale di Coldiretti Enzo Gesmundo, con gli interventi di Paolo Magaraggia dell’ufficio Coldiretti di Bruxelles, del Professor Felice Adinolfi dell’Università di Bologna, del professor Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, di Stefano Leporati dell’area economica di Coldiretti, di Catia Bastioli amministratore delegato di Novamont, di Paolo De Castro vice presidente della Commissione agricoltura del parlamento europeo, del professor Fabrizio De Filippis dell’Università di Roma Tre che ha moderato le relazioni e di Gianluca Lelli capo area economico di Coldiretti che ha chiuso il seminario.

Il quaderno sulla Pac è frutto del lavoro di un gruppo di esperti ed ha l’obiettivo di descrivere il processo di riforma della Pac, cercando di coglierne le principali novità. La pubblicazione si inserisce in un contesto caratterizzato dalla definizione del bilancio a lungo termine dell’Unione europea (Qfp 2021-2027 e Ngeu) e della Pac, a seguito del processo negoziale tra gli attori europei. Nel documento sono approfonditi i principali elementi della riforma che porterà all’implementazione della nuova Pac e le nuove sfide che l’Italia si troverà ad affrontare.

Da un lato, c’è la svolta verde delle politiche Ue, alla quale la nuova presidenza di Ursula von der Leyen ha dato un impulso senza precedenti, trasformandolo, con il Green deal, in un vero e proprio manifesto programmatico della nuova Commissione europea. Mentre dall’altro lato c’è il New delivery model, che sposta l’enfasi dal rispetto delle norme e delle procedure alla misurazione dei risultati ottenuti, da programmare nei piani strategici nazionali che vengono richiesti agli Stati membri per gestire la nuova Pac.

 

 

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