Riso, si impennano le importazioni dal Myanmar
Si impennano le importazioni nell’Unione europea del riso semilavorato e lavorato proveniente dai Paese meno avanzati (Pma). Secondo l’elaborazione dell’Ente risi sugli ultimi dati Ue nel periodo settembre 2018/giugno 2019 gli arrivi hanno toccato quota 307.161 tonnellate, quasi 5mila in più rispetto alla campagna precedente pari a un incremento dell’1,7%. Un vero e proprio balzo del 49,6% si registra per l’import dal Myanmar arrivato a 142.936 tonnellate con un aumento di 47.376 tonnellate. In particolare sono cresciute le importazioni di riso Japonica non coperto da clausola di salvaguardia che hanno così “compensato” gli acquisti dalla Cambogia ridotti del 20,5%. Un dato allarmante, segnala la Coldiretti, perché si tratta di un prodotto che va a intaccare direttamente il riso italiano da interno. E’ dunque necessario, secondo Coldiretti, dopo l’introduzione dei dazi, accelerare il processo di sospensione del Myanmar dai benefici previsti dal programma commerciale Eba (Everything but arms). Le agevolazioni Eba possono infatti essere rimosse per quei Paesi che non rispettano i diritti umani e del lavoro. Una condizione più volte denunciata dalla Coldiretti che ha riproposto la questione anche in occasione della firma dell’accordo commerciale Ue-Vietnam. In gioco c’è il primato dell’Italia in Europa, Il nostro Paese infatti è il primo produttore di riso con 1,40 milioni di tonnellate che coprono la metà dei raccolti Ue, su una superficie di 220mila ettari e 4mila aziende impegnate in una produzione che assicura una gamma unica, ricca e di qualità |
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