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Suini: etichette, premi accoppiati e rappresentatività nel piano di rilancio Coldiretti

I prezzi dei suini nell’ultimo mese hanno ripreso a salire, anche se lievemente, segnando comunque una inversione di tendenza. Ma il problema per gli allevamenti resta. Questo il quadro economico che ha portato alla convocazione di un tavolo di filiera al Mipaaft per affrontare le principali problematiche del settore. La Coldiretti ha presentato un piano in 10 punti su cui concentrare l’azione di rilancio e che si basa su due parole d’ordine: programmazione e valorizzazione.

Si parte dalla Pac per preparare così il terreno, con la prossima riforma, all’estensione al settore degli aiuti accoppiati. Il beneficio dovrebbe riguardare gli allevamenti con scrofe che sono vincolati a un ciclo produttivo rigido e hanno difficoltà ad adattare l’offerta all’andamento del mercato. Si tratta di allevamenti che rappresentano il pilastro delle filiere di qualità e un loro indebolimento potrebbe mettere a rischio le principali Dop.

Un altro intervento strategico è l’indicazione in etichetta dell’ origine delle carni nei prodotti trasformati (salumi, prosciutti, ecc). In questo quadro si inserisce la proposta lanciata ai Consorzi di tutela di privilegiare gli acquisti di carni suine italiane per le 18 Igp della salumeria. E’ necessario anche, secondo Coldiretti, promuovere e valorizzare le carni 100% italiane con azioni di divulgazione rivolte al consumatore.

Si suggerisce poi di rafforzare la politica nazionale per la differenziazione qualitativa della produzione italiana con un’azione diretta alle politiche di qualità nei sistemi certificati delle Dop e Igp (se queste ultime utilizzano carni nazionali). Con un obiettivo definito: qualificare la biodiversità genetica delle razze selezionate e allevate in Italia.

Strategico per la Coldiretti è garantire trasparenza e informazione sulle importazioni applicando quanto definito dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha cancellato il segreto sui flussi di importazione delle carni suine e aprendo dunque alla consultazione delle informazioni sulla provenienza e sulla destinazione delle carni.

La Coldiretti chiede poi di dare informazioni corrette sulle caratteristiche dietetiche mettendo così nell’angolo le fake news.

Alle carni italiane inoltre dovrebbe essere data una corsia preferenziale per gli approvvigionamenti delle mense pubbliche, delle scuole, degli ospedali e delle comunità.

Un’altra richiesta forte è la revoca in tempi brevi del bando russo all’import che sta penalizzando il settore suino dal 2014. La Russia è un importante utilizzatore di tagli grassi della carcassa suina e per l’Italia che produce carcasse di suini pesanti rappresentava uno sbocco commerciale significativo.

Ultimo punto , ma particolarmente rilevante, è quello di garantire la rappresentatività degli imprenditori agricoli nei Consorzi di tutela dei prosciutti e salumi Dop, con un ruolo determinante nell’approvazione dei disciplinari. La Coldiretti ritiene infine che occorra escludere dalla nomina dei componenti di un organo sociale del Consorzio chi svolge un’attività in concorrenza con le produzioni Dop.

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