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Vino: Coldiretti chiede interventi Ue per garantire il passaggio alla nuova programmazione

Vino in primo piano nella nuova Politica agricola comune e non solo per quanto riguarda la spinosa questione del “dealcolato”. Nell’audizione alla Commissione Politiche Ue del Senato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha assicurato il massimo impegno per garantire sostegni a un settore fortemente penalizzato dalla pandemia e che non è riuscito a recuperare con i consumi domestici in aumento il “buco” provocato dalla chiusura del canale Horeca e dalla flessione dell’export.

Il dato positivo è che il vino anche nella prossima Pac potrà ancora beneficiare della Ocm. Pur se con una dotazione lievemente ridotta ci sarà comunque la disponibilità fino al 2027 di 323 milioni di fondi Ue. Ma ciò che preoccupa maggiormente i produttori, rileva Coldiretti, è il passaggio dalla attuale programmazione in scadenza nel 2023 alla nuova programmazione. È necessario infatti un intervento deciso della Commissione affinché sia garantita una transizione efficiente che non faccia perdere risorse e consenta la gestione in tempi congrui delle misure di Promozione, Ristrutturazione e Investimenti relative alla ultima annualità dell’attuale programmazione ovvero la 2022. In assenza di regole opportune i produttori dovrebbero necessariamente ultimare gli interventi ben prima del 15 ottobre 2023 per consentire controlli e pagamento degli aiuti entro tale data.

Per quanto riguarda le autorizzazioni di nuovi impianti il ministro ha ricordato che, secondo l’ultimo testo di compromesso, il regime delle autorizzazioni è allungato fino al 2045 con due revisioni nel 2028 e 2040 e in ogni caso l’aumento massimo annuo del potenziale viticolo è fissato nell’1%. Sarà anche possibile dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027 riallocare i diritti non utilizzati dai viticoltori entro il 31 dicembre 2025. Sempre sul fronte delle autorizzazioni potrebbe arrivare l’auspicato prolungamento della durata della validità che passerebbe dagli attuali 3 anni a 5 anni consentendo ai produttori di avere maggior tempo per la realizzazione degli impianti vitati.

Altro tema quello delle varietà ibride nelle produzioni vitivinicole: l’Italia si è opposta all’utilizzo di varietà ibride per la produzione di vini Dop. Infine sul fronte dell’etichettatura l’ultimo testo di compromesso – ha evidenziato il ministro nell’audizione – contiene l’etichettatura nutrizionale obbligatoria, con l’indicazione in etichetta del solo valore energetico e con la possibilità di rinviare a collegamenti internet per le informazioni di dettaglio relative ai valori nutrizionali e alla lista degli ingredienti.​

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