Vino: Coldiretti propone un piano straordinario di promozione del Made in Italy
In attesa della ripartenza post Covid la Coldiretti mette in cantiere progetti in grado di sostenere le imprese del settore vitivinicolo nella sfida dell’internazionalizzazione e propone un piano straordinario di comunicazione del Made in Italy e l’apertura di nuovi canali. Intanto grazie al pressing di Coldiretti il settore agroalimentare e del vino ha ottenuto negli ultimi provvedimenti di ristoro del Governo misure significative come la decontribuzione con l’estensione delle agevolazioni a tutte le aziende indipendentemente dal fatturato, ma anche interventi per ridurre le giacenze e incentivi agli acquisti di prodotti made in Italy” Lo ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, all’incontro promosso dal Comitato di supporto alle politiche di mercato del vino dell’organizzazione agricola su “La risposta dei mercati internazionali al Coronavirus”. Un convegno a cui hanno partecipato tra gli altri, con il presidente Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, l’enologo e coordinatore del Comitato, Riccardo Cotarella, Josè Rallo (Donnafugata) neo consigliere di amministrazione dell’Ice, il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello e il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Prandini ha sottolineato il forte impegno a rafforzare le misure finalizzate all’internazionalizzazione che rappresenta la grande sfida delle imprese che vanno sostenute per aumentare la loro presenza sui mercati esteri. “Molto si deve ancora fare – ha spiegato Prandini – in termini di racconto per far percepire la qualità del made in Italy sui mercati nuovi, ma senza trascurare quelli storici”. Un risultato importante – ha detto il presidente della Coldiretti – è l’aver ottenuto con la nomina di Josè Rallo, per la prima volta un rappresentante dell’agroalimentare, e del vino in particolare, nel CdA dell’Ice. Strategica anche l’introduxione (la proposta partì proprio in occasione di un incontro promosso da Coldiretti) nelle ambasciate di una figura specifica per l’agroalimentare: i consiglieri diplomatici infatti già operano nelle principali sedi da Pechino a Tokio, da Londra a Washington. “Quando ci sono le idee – ha aggiunto –i risultati si vedono”. Secondo Prandini va rafforzata la logistica e occorre ridurre la burocrazia in particolare in questa fase in cui bisogna utilizzare le risorse nel Next Generation eu per investire sull’agroalimentare e sul vino. Evitando di perdere risorse così come si rischia con i 650 milioni dello Sviluppo rurale. Se le Regioni non spendono i finanziamenti questi devono andare in un Piano nazionale per evitare di restituire fondi a Bruxelles. Gesmundo ha evidenziato l’importanza di conoscere i mercati e in questa direzione si muove il Comitato della Coldiretti che assicura il supporto alle aziende per accedere alle agevolazioni sulla promozione e ha ricordato che sono aperti tutti i bandi con sostegni fino al 60% degli investimenti sostenuti. Per il segretario generale della Coldiretti serve anche un piano straordinario della comunicazione per evitare che il vino perda quote nella ripartenza “la Coldiretti c’è in maniera forte, con la sua azione diplomatica” al fianco di tutte le aziende piccole e medie e grandi. Il settore più danneggiato – ha ricordato – è quello delle Dop e Igp che hanno il più elevato valore di vendita attraverso i canali Horeca. A tutte queste aziende guarda la Coldiretti per adottare misure che garantiscano liquidità e riducano le giacenze. Ha anche annunciato l’arrivo di un intervento per lo stoccaggio privato del vino. ùJosè Rallo, consigliere nel Cda Ice, ha parlato del nuovo corso dell’Agenzia, improntato alla modernizzazione delle strutture alla collaborazione con le ambasciate, che ha dato vita a una “diplomazia economica”. Rallo ha ricordato anche la scelta del 2020 di aumentare i servizi e soprattutto di metterli gratuitamente a disposizione delle imprese con meno di 100 dipendenti. “Un anno orribile”, così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha definito il 2020 che vede sommarsi all’emergenza Covid una crisi economica generalizzata che mina il potere di acquisto dei consumatori. Una situazione che – ha affermato- rischia di scompaginare il settore del vino che comunque sa affrontare queste emergenze. Ma a pagare sono le piccole medie imprese di qualità, asse portante del vino nazionale. Il semestre Covid ha pesato sull’export italiano anche se la flessione dell’Italia è stata comunque più contenuta rispetto alla Francia. |
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